Volano gli stracci tra Lega e Fdi per la presidenza del Copasir

Fratelli d'Italia la rivendica come forza di opposizione il comitato di controllo sui servizi segreti mentre gli alleati di destra non ne vogliono sapere

Salvini e Meloni
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7 Aprile 2021 - 20.09


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Il caso era iniziato ieri con le proteste ufficiali di Fratelli d’Italia guidata da Giorgia Meloni, la quale rivendicava il diritto del suo partito, che è all’opposizione, di avere la presidenza della commissione parlamentare di Vigilanza sui Servizi Segreti (Copasir).
Fdi ha fatto recapitare una lettera congiunta ai presidenti delle Camere Casellati e Fico invocando un loro intervento, ma questi hanno risposto di avere le mani legate, “spetta ai partiti trovare una accordo politico”, hanno fatto sapere.
Lo scontro diretto è però fra Lega e Fratelli d’Italia, insieme nella coalizione di centrodestra. 
Alla richiesta di Fdi di ottenere la presidenza del Comitato sui servizi in quanto unico partito all’opposizione del governo Draghi, la Lega risponde picche, con Raffaele Volpi che dopo un mese e mezzo di pausa riconvoca l’organismo bicamerale per una seduta che fonti leghiste definiscono “assolutamente ordinaria”.
E almeno per ora, di far dimettere Volpi come presidente della commissione, la Lega non ha alcuna intenzione.
Fratelli d’Italia la rivendica come forza di opposizione mentre gli alleati di destra non ne vogliono sapere.
Fratelli d’Italia protesta, abbandona la conferenza dei capigruppo del Senato dove non si è trovato l’accordo sul Copasir, minaccia di disertare la riunione di domani del delicato organismo di controllo sui servizi segreti.
Ma la Lega non si smuove: “Quando D’Alema rimase alla presidenza nel 2011, dopo la nascita del governo Monti, a Giorgia Meloni stava bene…”, ribattono velenosi. Anche se proprio durante il governo Monti nacque Fdi.
Fatto sta che i rapporti tra gli alleati sono ai minimi termini.
Dalla scelta dei candidati per le amministrative, paralizzata da mesi, ai rapporti nelle Regioni che vedono Fdi e Lega ai ferri corti – pur governando insieme – in Umbria e in Lombardia.
Fino alla questione dei gruppi europei, con Matteo Salvini che vuole costituire con Orbàn un nuovo gruppo egemone della destra europea, provando a strappare i polacchi all’alleanza con Fratelli d’Italia.
E Meloni che ribatte offrendo ospitalità all’ungherese “e se vuole anche a Salvini”.
Rapporti che erano già tesi prima della nascita del governo Draghi, seppure con la sordina, con Giorgia Meloni che sognava il sorpasso ai danni di Salvini e si proponeva come leader della coalizione.
Ma che ovviamente sono deflagrati quando le strade si sono divise il giorno della fiducia al nuovo esecutivo. “
Si stanno accorgendo che la scelta di scommettere sul fallimento del Paese non paga come speravano – dicono i leghisti parlando degli ‘alleati’ – ora che sono fuori dai tavoli dove si decide sul Recovery…”.
Ribattono da Fdi: “Non potrà durare a lungo il Salvini di lotta e di governo…”.

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