Alessia Morani: "Salvini è stucchevole. Lo Ius Soli è ormai nella coscienza degli italiani”

Parla la deputata del Pd, già Sottosegretaria allo Sviluppo Economico: "Bambini che crescono in Italia e vanno a scuola come tutti gli altri sono italiani a tutti gli effetti".

Alessia Morani
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17 Marzo 2021 - 18.15


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di Antonello Sette
Alessia Morani, quello presieduto da Mario Draghi è il miglior Governo possibile?

E’ una soluzione strategicamente straordinaria, osserva la deputata del Pd rispondendo all’Agenzia SprayNews. L’autorevolezza di Draghi, riconosciuta anche a livello internazionale, è una garanzia per l’Italia, in un momento drammatico, quale è quello che stiamo vivendo.
Come ha vissuto la diaspora, interna al Pd, che ha portato alle dimissioni di Nicola Zingaretti e alla nomina di Enrico Letta? In particolare, che effetto le hanno fatto le parole di un Segretario ancora in carica che si vergognava di un partito capace di pensare solo alle poltrone?
Guardi, le dimissioni di Zingaretti ci hanno colto tutti di sorpresa. Nessuno se le aspettava. Io non avrei mai usato le parole “vergogna” e “poltrone”. Capisco la rabbia e l’amarezza, ma in un grande partito come il nostro la dialettica è molto viva anche per la sua stessa natura. Il Pd non è un partito personale o da pensiero unico, ma raccoglie in sé le migliori tradizioni del centrosinistra. C’è stato un momento di smarrimento. Poi tutti insieme abbiamo individuato un segretario in grado di far ripartire il Pd anche con uno spirito e uno slancio nuovi. E, in questo senso, le parole di Letta, soprattutto quelle riguardanti i giovani, le donne e l’importanza dei “saperi”, mi hanno molto convinto. Come la sottolineatura dei tre debiti: ambientale, pubblico e della natalità. Letta ha inquadrato perfettamente quelli che sono i problemi, a partire ovviamente dall’emergenza pandemica.
Secondo lei è possibile che, al di là dei ben noti dissapori a livello personale, l’avvento di Letta possa ravvicinare Matteo Renzi al Pd?
Non è una questione di persone. E’ una questione di condivisione di valori e di obiettivi. Spero si possa fare un pezzo di cammino insieme. Non mi riferisco, però, solo a Italia Viva, ma ad Azione, Articolo Uno e anche al M5s. Dovremo prima ridefinire la nostra identità, poi una condivisione e di valori nel centrosinistra, e poi le scelte di alleanze più ampie, a partire, ovviamente, dai Cinquestelle.
A proposito di Renzi e il Pd, Letta ha inserito fra le priorità un argomento già caro al leader di Italia Viva, lo Ius Soli…
Ho trovato stucchevole la polemica di Salvini sullo Ius Soli. Evidentemente non ha ascoltato i tantissimi punti del discorso di Letta. Ha scelto quello che più gli fa comodo per fare polemica. Credo, comunque, che sia ormai matura nel Paese la consapevolezza che i bambini che nascono in Italia e vanno a scuola, come tutti gli altri, siano italiani a tutti gli effetti.
Ci sono state nel Pd, e forse ci sono ancora, tensioni legate alla presenza delle donne nella compagine governative e negli organi direttivi. Non pensa che la discriminante sia a monte, visto che tutti i leader del partito sono uomini?
L’ho già detto altre volte. I miei genitori mi hanno insegnato che nello studio, nel lavoro, ma anche nella politica occorrono non solo tanto sacrificio, ma anche la capacità di crearsi uno spazio da soli senza aspettare che qualcuno te lo regali. In politica, poi, che qualcuno ti lasci spazio fa parte del mondo dell’irrealtà. Mi sembra che Letta abbia comunque recepito quella che era stata una giusta protesta delle donne del Pd per la loro esclusione dalla compagine governativa.
Le piacerebbe un Segretario donna?
Assolutamente sì. Noi, a questo proposito, nella conferenza delle donne abbiamo proposto, sul modello tedesco, la segreteria duale. La segreteria di un uomo e di una donna insieme. Vedremo che cosa succederà.
Lei stata vittima di un’aggressione verbale da parte di un militante di Fratelli d’Italia. Gli insulti e le minacce, spesso di natura apertamente sessista, hanno riguardato in quest’ultimo periodo molte altre donne della politica: Giorgia Meloni e, prima di lei, andando a ritroso nella memoria, Renata Polverini, Mariarosaria Rossi, Laura Ravetto e Virginia Raggi. Non pensa che dovreste organizzarvi e costruire finalmente un fronte comune capace di gridare basta, una volta per tutte?
E’ innanzi tutto un problema culturale specifico italiano. Noi veniamo da una cultura patriarcale, che ancora nel secolo scorso era trascritta nelle leggi. Liberarsi di quel retaggio non è semplice. Un grande ruolo lo potrebbe svolgere la scuola. Puoi fare tutte le leggi che vuoi, ma non risolvi niente. Nel vuoto delle idee, per denigrare una donna si utilizza l’insulto sessuale.
Sì, però è evidente che esista ormai una specificità che riguarda le donne della politica…
Credo che si stia creando una trasversalità fra noi donne della politica nel condannare senza se e senza ma qualunque aggressione verbale, a prescindere dai diversi schieramenti di appartenenza. Forse è anche vero che abbiamo aspettato troppo tempo. L’alleanza fra le donne è importante. Come è importante non perdonare. Chi insulta e minaccia non se la può cavare con delle scuse. Deve pagare fino in fondo la sua colpa.
Che cosa l’ha fatta più arrabbiare durante quest’ultimo maledetto anno?
Le strumentalizzazioni e la mancanza di obiettività nel giudicare le cose. Ho dovuto giustificarmi davanti ad accuse mosse utilizzando termini allucinanti, come dittatura sanitaria. Non c’era nessuna dittatura. Erano solo provvedimenti adottati per cercare di evitare che la gente continuasse a morire per la pandemia. Sono felice che finalmente di dittatura sanitaria non si parli più. Mi arrabbio per l’incapacità d unirsi anche nei momenti più gravi per il Paese. Abbiamo attraversato mesi di conflitti fra le Regioni, fra lo Stato e le Regioni, fra i partiti, quando era solo il tempo di stringerci intorno a un’unica bandiera per cercare, tutti insieme, di uscire da un incubo che purtroppo non è ancora finito.

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