Pasquino: “Renzi è un megalomane e un invidioso. Vuole stare sempre sulla scena"

Il politologo parla della crisi di governo: “La partita finirà con un governo di fine legislatura, appoggiato dall’esterno di Italia Viva”

Gianfranco Pasquino
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21 Gennaio 2021 - 18.22


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Professor Gianfranco Pasquino che cosa sta succedendo? La politica assomiglia a un teatrino?

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Questo è sbagliato dirlo – dice il noto politologo rispondendo all’Agenzia SprayNews – e fa anche molto male alla politica e alla società. Vorrebbe dire che abbiamo eletto dei teatranti e che siamo, quindi, degli stupidi, oppure che vogliamo quello che ci meritiamo. Credo che sia uno sbaglio dei commentatori politici e anche degli stessi politici, che si accusano di nefandezze, che magari qualche volta corrispondono al vero, ma che non possono essere vicendevolmente rinfacciate agli occhi degli italiani.

Si ricorda la scena di Totò che seguitava a prendere schiaffi perché voleva capire come andava a finire. Lei lo ha capito come finisce Matteo Renzi?

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Matteo Renzi, è, innanzi tutto, un megalomane e, quindi vuole essere sempre sulla scena, vuol farsi vedere dappertutto. Credo che, nello spazio di sette giorni, abbia accumulato dodici interviste televisive e ho perso il conto di quante volte è comparso sulle pagine dei giornali. In secondo luogo è un invidioso. Conte sta governando, sta durando e, quindi, lui lo intralcia, anche perché, nel frattempo, ha perso per due volte alla grande. Ha perso il referendum costituzionale e le elezioni del 2018. Invidia Conte, che ha un tasso di approvazione da parte dell’elettorato italiano costantemente superiore al cinquanta per cento. Renzi sta cercando di indebolire Il Movimento Cinque Stelle, che ha già i suoi problemi, e il partito democratico, a cui non perdona di averlo considerato come emarginale in questa fase. Vuol far capire che è forte, che esiste e può creare molti problemi. Dopodiché, sbaglia. Quando dice che non andrà mai con la destra, è come se  stesse dicendo alla sinistra: “Sono qua, ma vi ricatto”. Secondo me, non si fa politica in questo modo. E’ una decisione sua, che peraltro lo mantiene all’uno virgola… per cento nelle opzioni di voto degli italiani.

Passiamo all’invidiato. Che cosa ha in mente Giuseppe Conte? Vuole difendere il suo Governo a tutti i costi racimolando voti o sta pensando di strappare a Matteo Renzi, e a qualsiasi altro pretendente, il ruolo di guida di un centro moderato, ridisegnato a sua misura. C’è chi dice che sia un disegno gradito anche al Colle…

Conte ha avuto un’opportunità nella sua vita, che non avrebbe mai immaginato. Era un avvocato, peraltro, mi dicono, bene inserito negli ingranaggi del potere forense, che tutto poteva pensare di fare, meno che il Presidente del Consiglio. A questo punto lo vuole fare, per il tempo più lungo possibile. E’ stato a capo di due Governi diversi, a breve forse lo sarà anche di un terzo. E’ l’opportunità della vita. Non si deve e non si vuole fermare. Anche perché da un’opportunità può nascere un’altra opportunità. Potrebbe diventare Presidente della Repubblica o ricoprire altre cariche importanti. Ha dimostrato di avere delle qualità, soprattutto una, molto importante. Ha dimostrato di aver imparato molte cose nel corso del tempo. Il Conte due è meglio del precedente e non è da escludere che il Conte tre sarebbe meglio del Conte due. Se poi si creeranno le condizioi per un partitino, lo farà, ma io non ne sono così convinto. 

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Responsabili e costruttori, volenterosi. Nomi eleganti per dire “stavo di qua, vado di là”. E’ solo il solito mercato dei voti? 

C’è anche il mercato dei voti, che è legittimo. Se qualcuno mi garantisce che la prossima volta mi mette in lista, nonostante la riduzione del numero dei parlamentari, se io questa volta voto in un certo modo, forse io lo faccio, perché mi piace questo lavoro, mi piace rimanere in carica, e perché ho molte cose ancora da dire che, dette da fuori, avrebbero molta meno risonanza. Ci sono anche dei parlamentari che pensano ci siano dei valori da proteggere, uno dei quali potrebbe essere la stabilità di governo. E quindi votano la fiducia, perché vogliono la stabilità di governo, che è la premessa dell’efficacia. E sperano che il Governo rimanga in carica da qui a due anni, e che possa tradurre i progetti per il Recovery Plan n politiche vere e proprie. Poi, ci sono i capitati lì per caso, i parlamentari, alla ricerca di qualche cosa che non sanno bene cosa sia. Quelli che non sono pratici, che non hanno una cultura politica, che li spinga in una direzione precisa. E vanno vorrei dire dove li porta il cuore, ma, invece, vanno solo dove li porta il vento.

Le faccio ora una domanda che esula, forse, dalle sue estese competenze. Come giudica i gossip e gli insulti sessisti che hanno colpito due parlamentari della Repubblica?  A Renata Polverini hanno attribuito una relazione galeotta con un esponente del Pd. Sulla testa di Mariarosaria Rossi, ex delfina di Silvio Berlusconi, stanno piovendo, ancora in queste ore, su Instagram ingiurie di indicibile violenza, pesantezza e volgarità. Un campionario immondo…

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Il Paese ha spesso sacche di inciviltà, che sono molto sgradevoli da tutti i punti di vista. Mi piacerebbe che fossero gli amici degli incivili a dire che non si può fare così. Poi, però, mi guardo intorno e vedo milioni di incivili, che hanno votato l’ex presente degli Stati Uniti Donald Trump e penso che nell’inciviltà non siamo soli. Queste cose sono comunque disgustose. 

E neppure una donna, che si prenda la briga di difendere un’altra donna, esposta a una dileggio crudele e osceno?

E’ molto preoccupante. Dovrebbero dire qualcosa, non solo perché è una donna, ma perché queste cose non si fanno. Perché dovremmo tutti, non solo le donne, assumere una posizione precisa contro gli insulti e le minacce. Sì, mi piacerebbe sentire la voce delle donne. Io non so chi risposto e chi non ha risposto. Sicuramente ci sono donne, che avrebbero l’autorevolezza per ribadire con forza che non si fa così. A maggior ragione, se la vittima non fa parte del loro schieramento politico o, più in generale, la pensano in modo diverso.

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Per concludere professore, lei come pensa che finirà. Governo allargato ai responsabili, o in qualsiasi modo li si voglia chiamare, governo istituzionale, elezioni anticipate. O a tarallucci e vino, con il ritorno alla base del figliol prodigo pentito?

E’ una domanda difficile. Per prima cosa dico che la partita non è finita. Siamo fortunatamente in democrazia e possiamo sperimentare diverse formule di governo. La partita continua. Ogni tanto c’è una sospensione dell’arbitro, in questo caso dell’arbitro Sergio Mattarella, che  manda tutti a rinfrescarsi, ma la partita non finisce qui. Secondo me dovrebbe continuare, magari con qualche nome nuovo nella compagine ministeriale e con Renzi che prenda atto che può ottenere dei cambiamenti, dentro il programma di governo e non contro il Governo. In linea teorica, sarei anche favorevole alle elezioni, ma sarebbero costosissime perché interromperebbero l’azione del governo, in un momento cruciale perché ci sono i soldi dell’Europa da ricollocare, e comporterebbero un ingente spreco di danaro per la campagna elettorale. Temo, per di più, che non risolverebbero il problema. Il Centrodestra, oltre a non essere coeso, non è così forte, come crede,  e comunque non al punto da raggiungere una maggioranza assoluta in Parlamento. La vedo come una non soluzione. Immagino che Mattarella dirà a Conte che si deve dare una mossa e penso che la cosa migliore sia un reincarico con una rinegoziazione, prima di tutto, con Italia Viva. Per quello che si chiama un governo i legislatura.

Con Matteo Renzi dentro, dunque?

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Ci sono altri modi, noi li conosciamo. Italia Viva potrebbe anche non essere dentro il Governo, ma garantirne solo la sopravvivenza con un appoggio esterno.

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