Conte da Mattarella: si lavora per un patto di legislatura

I numeri emersi dal voto a Montecitorio e Palazzo Madama consegnano al governo una maggioranza, anche se solo alla Camera assoluta, mentre al Senato l'equilibrio risulta precario

Giuseppe Conte
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20 Gennaio 2021 - 10.02


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Dopo un’ora di incontro con il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, Giuseppe Conte è tornato a Palazzo Chigi. Al centro dell’incontro la situazione politica dopo il voto di fiducia ieri in Parlamento. 
In precedenza, Conte aveva partecipato a un vertice della maggioranza per una riscrittura del nuovo patto di legislatura. Da fonti del M5s, si evince che una delle priorità emerse è stato il ruolo di Renzi e di Italia Viva: “Accelerare in quella parte di attività di governo che è stata rallentata dagli steccati, spesso pretestuosi, alzate dai ministri di Italia Viva per dare risposte ancora più efficaci al Paese” è una degli argomenti trattati. 
Un’accelerazione, spiegano le stesse fonti, “che l’esecutivo è in grado di mettere in campo a maggior ragione adesso che non c’è più il peso dell’ostruzionismo interno di Renzi”. 
Il vertice di maggioranza
I numeri emersi dal voto a Montecitorio e Palazzo Madama consegnano al governo una maggioranza, anche se solo alla Camera assoluta, mentre al Senato l’equilibrio risulta precario, con un partito, Italia Viva, che si è tirato fuori dalla coalizione, senza essere sostituito da un altro Gruppo.

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“L’Italia non ha un minuto da perdere. Subito al lavoro per superare l’emergenza sanitaria e la crisi economica” ha twittato il presidente del Consiglio al termine di una convulsa giornata che ha visto il governo incassare la fiducia al Senato con 156 voti a favore, 140 contrari e 16 astenuti. “Ora l’obiettivo è rendere ancora più solida questa maggioranza” ha scritto il premier, “priorità a piano vaccini, Recovery Plan e dl ristori”.

La fiducia al governo Conte è stata votata anche da Maria Rosaria Rossi e Andrea Causin, senatori di Forza Italia. Dopo il caso di Renata Polverini, è scoppiato in particolare quello della senatrice azzurra Rossi, considerata fedelissima di Silvio Berlusconi.
Dopo l’apertura della crisi di governo da parte di Matteo Renzi, Giuseppe Conte ha incassato la fiducia al Senato e oggi potrebbe incontrare il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.

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Possibile anche un vertice di maggioranza in giornata.

In subbuglio il centrodestra, con Matteo Salvini e Giorgia Meloni pronti a chiedere un colloquio al Quirinale.

Molte le voci dopo gli ingarbugliati eventi di ieri sera, questi i commenti di stamattina:

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“I costruttori non sono solo in Parlamento, vanno cercati anche nel Paese, mi aspetto che il governo da stamattina convochi le parti sociali”, afferma il segretario generale della Cgil Maurizio Landini. Poi sollecita il governo a convocare il sindacato soprattutto in vista della presentazione del Recovery Plan. “Noi non abbiamo ancora avuto la possibilità di confrontarci sul Recovery abbiamo idee e proposte”.

Inoltre Landini sollecita il governo “ad avviare le riforme necessarie della pubblica amministrazione, del fisco e degli ammortizzatori sociali. Il governo o fa queste cose o non ha futuro”, ha rimarcato Landini – il governo c’è, a questo punto faccia quello che non ha fatto prima e coinvolga davvero le parti sociali”.

Così invece Massimiliano Fedriga, presidente della Regione Friuli Venezia Giulia: “Se qualcuno crede di poter governare un paese in un momento di pandemia così, mi sembra che sia molto lontano dalla realtà. Voglio ricordare che non si sono raggiunti i 161 voti, ma dei 156 presi ci sono tre senatori a vita, due usciti da Forza Italia e due arrivati all’ultimo trascinati dentro l’aula”.

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Il segretario del Pd Zingaretti: “Con il premier Conte ci siamo sentiti ieri sera. Mi sembra – aggiunge – c’è consapevolezza di voler dare segnale di concretezza per l’emergenza e di affrontare i nodi politici”.

“Il Pd – rivendica – ha dato il suo contributo, l’Italia ha potuto contare su un Pd unito e unitario, una cosa che ha fatto la differenza”:

“E’ stato evitato un salto nel buio, ora dobbiamo gestire il piano vaccinale, dobbiamo discutere il recovery, ora dobbiamo concentrarci sui problemi degli italiani, vuol dire affrontare le emergenze. Si apre la sfida prioritaria del buon governo, dobbiamo costruire una prospettiva politica, l’esito dei voti conferma che non c’era altra ipotesi di governo”, sottolinea Zingaretti.

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Alfonso Ciampolillo, detto ‘Lello’. E’ lui il protagonista della convulsa serata al Senato, che si conclude con la fiducia al governo: 156 voti a favore dell’esecutivo al termine di una giornata ad alta tensione.

L’ultimo brivido lo regala il senatore Ciampolillo. Arriva tardi o in tempo per la seconda chiama? Mistero e la presidente Casellati deve far ricorso al Var. Ciampolillo, secondo le immagini, arriva in Aula in anticipo rispetto al fischio finale. Vota sì, sipario.

Ma chi è il protagonista a sorpresa della seduta? Nato a Bari, 49 anni da compiere il 2 febbraio, professione impiegato prima dello sbarco in politica. Ciampolillo è stato eletto con il M5S nel marzo 2018. Ha lasciato il Movimento circa un anno fa: il 5 febbraio 2020 è entrato nel Gruppo Misto.

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Nella prima parte della sua avventura ha fatto parte della Commissione Esteri. Attualmente siede nella Commissione per l’Infanzia e l’Adolescenza.

Leggete l’appello di Dario Franceschini

 

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