La sindaca leghista (arrestata) che toglieva ai poveri per dare ai ricchi si è dimessa
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La sindaca leghista (arrestata) che toglieva ai poveri per dare ai ricchi si è dimessa

Michela Rosetta, prima cittadina di San Germano Vercellese, era stata sospesa dopo l'arresto nell'inchiesta sulla gestione degli aiuti per l'emergenza Covid. 

Salvini e Michela Rosetta
Salvini e Michela Rosetta
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18 Gennaio 2021 - 16.54


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La sua vicenda (stando a quanto emerso dall’inchiesta e dalle intercettazioni) + emblematica della destra che dice di difendere le radici cristiane dell’Italia e dell’Europa mentre fa della discriminazione la propria cifra politica.
Ora la prima cittadina si difende: “Ho sempre agito nell’esclusivo interesse della popolazione, cercando di aiutare tutti coloro che versavano in condizioni di difficoltà e facendo buon uso dei denari pubblici”. 
Michela Rosetta, sindaca di San Germano Vercellese, era stata sospesa dopo l’arresto nell’inchiesta sulla gestione degli aiuti per l’emergenza Covid. 
Lei nega e definisce le accuse nei suoi confronti “infondate, ingiuste e gratuitamente infamanti”.


Ma subito dopo attraverso il suo legale, l’avvocato Roberto Capra, ha annunciato le dimissioni da sindaco.
L’inchiesta
Michela Rosetta era finita ai domiciliari venerdì per quegli aiuti alimentari comprati con fondi statali per l’emergenza Covid negati a stranieri e anziani non autosufficienti per darli a famiglie più ricche. L’inchiesta della Procura di Vercelli aveva posto ai domiciliari anche un consigliere comunale ed ex assessore. Nell’inchiesta sono indagate anche altre sette persone, tra cui due imprenditori. I reati contestati a vario titolo sono peculato, falso materiale e ideologico e abuso d’ufficio. 
Michela Rosetta e l’ex assessore gestivano secondo i pm gli aiuti alimentari per l’emergenza Covid destinati alle famiglie povere, distribuendoli illecitamente a famiglie con redditi oltre ai 7.000 euro mensili anziché ai veri beneficiari dei fondi statali: anziani non autosufficienti, nuclei con redditi bassi o con figli minori o disabili, o stranieri in difficoltà.  
Da quello che è emerso dall’inchiesta c’erano “figli e figliastri” e il “pacco da sfigati”. Non c’è solo la distribuzione iniqua dei pacchi, la procura contesta anche l’acquisto di generi non essenziali, come mazzancolle e capesante, al centro lo scorso settembre di dure polemiche.  
Molto brutta – nel caso fosse confermata – la vicenda di una cittadina extracomunitaria a cui la sindaca avrebbe negato gli aiuti dopo la richiesta di evitare alcuni alimenti per motivi religiosi. 

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