Spuntano i responsabili e adesso Matteo Renzi rischia di trovarsi al palo
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Spuntano i responsabili e adesso Matteo Renzi rischia di trovarsi al palo

Sembra che il premier abbia giocato d'anticipo, individuando almeno 8 parlamentari 'responsabili' che puntellerebbero la maggioranza in caso di crisi.

Matteo Renzi
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12 Gennaio 2021 - 17.51


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Dopo giorni di minacce e ultimatum, alla fine Matteo Renzi rischia di trovarsi con un pugno di mosche: sfilarsi dalla maggioranza, ritirando le due ministre di Italia Viva, potrebbe non sortire l’effetto sperato, ossia la crisi del Governo Conte, perché sembra sempre più evidente che il premier abbia giocato d’anticipo, individuando almeno 8 parlamentari ‘responsabili’ che puntellerebbero la maggioranza in caso di crisi. Almeno questo si evince da una nota diffusa al termine di una riunione che si è svolta da remoto tra il segretario Nicola Zingaretti, il capodelegazione Dario Franceschini, il vicesegretario Andrea Orlando e i capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci: a giudizio del Pd “ci sono molte cose da fare per il bene dell’Italia di fronte alla crisi sanitaria, economica e sociale e alla domanda di sicurezza che viene dal Paese. L’urgenza è quella di dare risposte concrete per la rinascita italiana” e “questa maggioranza può farlo”. E Renzi, come si suol dire, rimane al palo. 
Lo ha praticamente ammesso lui stesso: “Penso che Conte sostituirà le ministre di Italia viva che si dimetteranno e poi andrà alle Camere per chiedere la fiducia. Non so se prima si recherà al Quirinale, comunque quando avrà dei nuovi ministri farà il passaggio parlamentare” ha detto il leader di Italia Viva, annunciando inoltre che il suo destino è probabilmente all’opposizione, perché l’alternativa sarebbe tornare nella maggioranza con la coda tra le gambe. 
A questo scenario si aggiunge anche l’annuncio di Clemente Mastella, per il valore che può avere: l’ex guardasigilli del governo Prodi ha annunciato che, in caso Renzi faccia davvero la mossa finale, sarebbe pronto a tornare in campo con un’iniziativa parlamentare che riunisca i ‘reponsabili’, ossia i parlamentari che non vogliono aprire una crisi in piena pandemia. 
Insomma, la tanto minacciata spallata di Renzi a Conte alla fine potrebbe non avvenire. Eppure stavolta il leader di Italia Viva c’è andato vicino, tanto che con 600 morti al giorno per Covid e la più grande crisi sanitaria ed economia della storia d’Italia in corso, lo scenario politico è monopolizzato dalle manie di grandezza del leader di un partito che tocca a malapena il 2%. 

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*Governo, Pd: no a crisi, approvare Recovery e poi patto legislatura
“Questa maggioranza può dare risposte concrete al Paese”

Roma, 12 gen. (askanews) – Il Pd ribadisce la sua “contrarietà all’apertura di una crisi” di governo e chiede di approvare la bozza di Recovery Plan e “da domani” di lavorare al patto di legislatura. È quanto si legge in una nota diffusa al termine di una riunione che si è svolta da remoto tra il segretario Nicola Zingaretti, il capodelegazione Dario Franceschini, il vicesegretario Andrea Orlando e i capigruppo di Camera e Senato, Graziano Delrio e Andrea Marcucci.

A giudizio del Pd “ci sono molte cose da fare per il bene dell`Italia di fronte alla crisi sanitaria, economica e sociale e alla domanda di sicurezza che viene dal Paese. L`urgenza è quella di dare risposte concrete per la rinascita italiana” e “questa maggioranza può farlo”.

Peri Dem “la via maestra per servire l`Italia è approvare la bozza del Recovery Plan modificata con il contributo delle forze politiche, avviare il percorso parlamentare e impegnarsi per attivare in fretta le misure per il rilancio, l`economia, il lavoro”. Poi “subito, da domani, su proposta del Presidente Conte si discuta e si approvi il patto di legislatura per affrontare i problemi aperti e per rilanciare l`azione di Governo. Questa è una scelta di responsabilità e innovazione che deve spingere tutti a ritrovare il coraggio del dialogo e della collaborazione per il bene comune”. Dunque “confermiamo la nostra contrarietà all’apertura di una crisi che ora, tra l’altro, impedirebbe l’approvazione del decreto ristori e gli aiuti per tanti italiani, per tante imprese e piccole attività in difficoltà”.

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