Mulè, portavoce di Forza Italia: "Quello di Renzi è un cinepanettone sulla pelle degli italiani”

L'ex direttore di Panorama e ora parlamentare berlusconiano: "Basterà un rimpastino governativo, per togliere a Renzi la presunta voglia di far cadere il Governo. Che è sempre stata irreale"

Giorgio Mulè
Giorgio Mulè
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29 Dicembre 2020 - 17.16


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di Antonello Sette

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Mulè, le sono piaciute le misure, messe in campo dal Governo, per fronteggiare il Covid 19?

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Sono misure, spiega il portavoce di Forza Italia – rispondendo all’Agenzia SprayNews – che in alcuni casi sono state tardive, in altre senza senso, in altri ancora dannose. Basta guardare l’ultimo decreto natalizio, che contiene controsensi assoluti. Uno non può andare dai nonni in più di tre persone, ed è magari costretto a lasciare a casa uno o due figli, mentre, al contrario, due nonni possono far visita a una famiglia numerosa, senza limiti. Per non parlare degli impedimenti fra comuni limitrofi, delle zone rosse, arancioni e gialle. Una confusione totale, la maionese impazzita, di un Governo, che continua a inseguire l’emergenza, senza riuscire a programmare nulla.

E che cosa mi dice del viaggio in Libia del Presidente del Consiglio e del Ministro degli Esteri, in occasione della liberazione dei pescatori italiani, lì sequestrati da mesi. Tutto limpido e condivisibile?

 E’ stato un tragico errore di politica estera. Alle scorribande di un pirata, il generale Haftar, che aveva sequestrato diciotto pescatori, abbiamo riposto pagando il riscatto politico della passerella e del baciamano, a cui sono stati costretti Giuseppe Conte e Luigi Di Maio, nei confronti di un soggetto non riconosciuto dalla comunità internazionale. Un atto di vassallaggio, che espone il nostro Paese a conseguenze in prospettiva pericolosissime, oltre a esporci al disonore, di fronte al mondo, e etichettandoci, come un Paese totalmente inaffidabile.

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Il Governo rischia di cadere, secondo Matteo Renzi, se non si darà ascolto alle sue richieste. Lei crede che siamo davvero alla vigilia di una crisi di Governo? O è un gioco delle parti, più o meno disinteressato?

E’ peggio di un gioco delle parti, perché si gioca con il destino del Paese. E’ una barzelletta, che hanno già raccontato e non fa più ridere, quella della crisi in agguato.E’ soltanto una pantomima, una tragicommedia, un cinepanettone, sulla pelle degli italiani Basterà spostare alcune nomine a favore di Italia Viva, magari anche, perché no, un rimpastino governativo, per togliere a Renzi la presunta voglia di far cadere il Governo. Un’ipotesi, che è sempre stata, e resta, assolutamente irreale. O, peggio, surreale.

Trecento manager giovani e forti dovrebbero gestire, secondo Giuseppe Conte, la distribuzione dei 209 miliardi del Recovery Fund. Ma il Governo non aveva promesso di sburocratizzare?

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E’ il Governo, che aveva avuto task force con oltre settecento esperti, o presunti tali, è il Governo che ha messo in piedi la Commissione Colao, facendola lavorare giorno e notte, per poi gettare nel cestino il suo lavoro. Non mi meraviglio più di niente. E’ il Governo del controsenso, del predicare bene e razzolare male.

Forza Italia è senza tentennamenti all’opposizione. E’ d’accordo con chi dice che, senza di voi, Matteo Salvini e Giorgia Meloni non vanno da nessuna parte, e men che mai a Palazzo Chigi?

Che Forza Italia sia centrale e fondamentale lo dice la storia del centrodestra e il presente politico del Parlamento. Il centrodestra lo abbiamo federato e creato noi. Crediamo che non ci possa essere nessun Governo, che prescinda dal centrodestra unito. Senza alcuna partecipazione, né della sinistra variegata, né dei Cinquestelle. 

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Che cosa l’ha più indignata in questi mesi?

Mi ha fatto piangere e versare lacrime vere l’elenco dei morti, gli abbracci non dati, l’ultimo saluto negato. Tanto che sono promotore e primo firmatario di una legge, che dedichi una giornata nazionale alle vittime del Covid. Quello che mi indigna, come uomo prima che come parlamentare solo le file, che esistevano peraltro anche prima del Covid, davanti a Pane Quotidiano, di cui conservo memoria anche nel mio passato giornalistico. Code di persone sempre più “normali”, a indicare il declinare della società verso la povertà. Questo Governo non è stato capace di frapporre un argine, creando lavoro, in luogo di forme di assistenzialismo, che non hanno, di certo, risolto il problema della povertà. Mi indigna, sopra ogni altra cosa, un sistema e un Paese, capaci di programmare lo sbarco, a turno, degli spettatori, dal mare di Sanremo all’Ariston, per celebrare degnamente il Festival della Canzone e non il saluto estremo dei parenti, o degli amici, a chi hanno amato in vita e non possono, neppure a turno, essergli accanto e sorridergli per l’ultima volta, mentre muore.

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