Ferrero: "Non ci sarà alcuna patrimoniale, il 99% dei parlamentari è iscritto al partito unico dei ricchi"

L'ex segretario di Rifondazione comunista ora vicepresidente del Partito della Sinistra europea: "Il lavoro, durante la pandemia, è ipersfruttato, come non lo è mai stato negli ultimi due secoli”

Paolo Ferrero
Paolo Ferrero
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1 Dicembre 2020 - 15.33


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di Antonello Sette

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Ferrero, la patrimoniale non è più un tabù e un sogno solo suo, di Massimo Cacciari e di pochi altri. Ora ne parlano in molti, persino dentro il Pd? E’ sorpreso?

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E’ da folli osservare quello che è accaduto durante la pandemi – dice Paolo Ferrero vicepresidente del Partito della Sinistra europea rispondendo a SprayNews – e non provare la voglia di reagire. I ricchi sono diventati più ricchi, e alcuni di molto, mentre gli unici, che continuano a pagare le tasse. sono quelli che vivono del proprio lavoro. Menomale che si comincia a parlare di patrimoniale.

L’Italia è in ginocchio, la povertà dilaga, come è possibile che i ricchi siano diventati ancora più ricchi?

Il lavoro, durante la pandemia, è ipersfruttato, come non lo è mai stato negli ultimi due secoli, mentre tutte le forme di rendita sono tutelate, anche sul piano fiscale. Le faccio un solo esempio. Se io guadagno quaranta o cinquanta mila euro, come lavoratore dipendente o autonomo, o anche come pensionato, pago le tasse in modo progressivo, come è giusto che sia e come prevede la Costituzione. Se, invece, io vivo di speculazioni finanziarie, pago una tassa piatta. Se ho tante proprietà immobiliare, faccio la cedolare secca e pago un’altra tassa piatta, ancora più bassa. I redditi, tipici dei ricchi, vengono tassati molto meno di quelli di chi lavora per vivere.

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Da qui la necessità della patrimoniale?

Ci vuole una tassa sui grandi patrimoni, sulle grandi ricchezze. Il problema non è, lo voglio sottolineare, a scanso di equivoci, più o meno interessati, di aumentare le tasse a chi ha una casa di proprietà. Noi di Rifondazione Comunista proponiamo una tassa progressiva sui patrimoni al di sopra di un milione di euro, che parta dallo 0,5, o anche meno, per cento e arrivi, come tetto massimo, fino al 5. Il milione di euro è una franchigia, al di sotto della quale non si paga niente. La patrimoniale la devono pagare i ricchi, quelli che se la possono permettere. Non vogliamo una tassa, che vada a infrangersi contro il ceto medio o contro due persone, che hanno lavorato una vita intera per avere una casa.

Intravede possibilità concrete, al di là di aperture e del dibattito che improvvisamente si è acceso?

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Io penso che il novantanove per cento dei parlamentari italiani difendono il dieci per cento dei ricchi. Difendono e si identificano in quel dieci per cento. Che siano di destra, di centrosinistra o di centro, sono tutti iscritti al partito unico dei ricchi. E’ per questo che noi non siamo nel centrosinistra. Ci sono differenze fra Salvini e Zingaretti, ma quando si arriva a discutere se tassare o meno i ricchi, la pensano tutti e due allo stesso modo. La patrimoniale al di sopra di un milione di euro è, però, una proposta molto popolare. Noi cercheremo il consenso nella società e nelle piazze. Se lei mi chiede della possibilità che la patrimoniale venga votata in Parlamento, le rispondo che le probabilità ruotano intorno allo zero per cento. Perché tutti, dalla Meloni a Zingaretti, passando per Salvini, continueranno a difendere i ricchi. Secondo i dettami e le aspettative del partito unico della ricchezza.

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