In occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne, queste le parole della ministra dell’Interno Luciana Lamorgese al “Sole24Ore”: “Servono norme per rafforzare i percorsi di recupero per stalker e maltrattanti”.
Lamorgese dice anche che “Abbiamo emanato varie note ai prefetti per individuare sistemazioni alternative in caso di impraticabilità delle case rifugio causa Covid e per individuare punti di contatto dei referenti con la prefettura per segnalare particolari criticità. Siamo consapevoli che in questi casi occorre garantire un’immediatezza di risposta” e in questa direzione va l’attivazione della App YouPol “proprio per rendere più semplici le segnalazioni”, sottolinea la ministra.
“Il contesto è difficile, capisco gli ostacoli che si possono incontrare nel denunciare gli aguzzini. Ma credo che l’unica via per uscire dalla schiavitù sia affidarsi allo Stato” dichiara Lamorgese, per la quale “succede spesso che lo stalker non molli la presa e perseveri in comportamenti delittuosi, anche quelli più invasivi della libertà personale delle vittime”. Per questo, aggiunge la titolare del dicastero del Viminale, “a mio avviso dobbiamo valutare interventi normativi per operare sul recupero degli attori di queste violenze”.
Come? “Stiamo lavorando per trovare soluzioni normative che rendano difficile il rifiuto di sottoporsi a recupero. Occorre rendere consapevoli gli autori di reato dei loro comportamenti”, risponde Lamorgese, che aggiunge: “Per me bisogna partire da li’: si tratta di cambiare la mentalità. La strada è ancora lunga. Parliamo non soltanto di violenza fisica o verbale, ma anche di tanti episodi di sopraffazione e umiliazione”.