De Luca contro il Dpcm: "Il problema è la scuola, non chiuderò più di così la Campania"
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De Luca contro il Dpcm: "Il problema è la scuola, non chiuderò più di così la Campania"

"Le decisioni prese sono un passo avanti, ma non basteranno", dice il governatore. Parole al vetriolo contro De Magistris: "Ha assistito alle proteste come un commentatore televisivo"

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26 Ottobre 2020 - 08.47


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In un’intervista al Corriere della Sera, il governatore della Campania commenta le misure varate dal governo nel nuovo Dpcm pubblicato ieri: “E’ una scelta intermedia fatta dal Governo, che non basterà a fermare il contagio. Sono le misure più restrittive che si potessero adottare, nell’ambito di una scelta ancora intermedia fatta dal Governo. Le alternative praticabili oggi sono due: o chiudere tutto per un mese per frenare il contagio; o prendere misure rigorose, ma ancora parziali. Il Governo ha optato per il piano B. È un passo avanti ma non basterà”.
Per quanto riguarda la Campania, De Luca non prevede di inasprire le misure adottate: “Chiusure più drastiche a livello locale non sono ipotizzabili perché sarebbero assolutamente inefficaci: chiudere un territorio, con il resto del Paese aperto, sarebbe una scelta tanto impraticabile quanto inutile dal punto di vista del contagio”.
Quel che divide De Luca dal Governo è la scuola: ”È banale ripetere la litania sull’importanza della didattica in presenza. Siamo d’accordo tutti. Ma le decisioni vanno prese sulla base dei dati del contagio. Se in un territorio (per esempio quello dell’Asl Napoli 2) registro 400 contagi in ambito scolastico, che cosa si fa? È inevitabile ricorrere alla didattica a distanza. Farla soltanto per il 75% è una cosa incomprensibile. I dati forniti dall’Unità di crisi ci dicono che il contagio, nella fascia di età 0-18 anni, è cresciuto di 9 volte dopo le due settimane di apertura dell’anno scolastico, e che le fasce di età sono colpite allo stesso modo, a 5 come a 18 anni”. Poi concludere De Luca commenta le proteste di Napoli, che hanno “visto protagonisti pezzi di camorra, di antagonisti e di neofascisti”.
Non mancano parole di critica per il sindaco De Magistris come “sedicente sindaco che è l’espressione del più grande disastro amministrativo d’Italia”, che “venerdì sera di fronte a una città devastata dai delinquenti faceva il commentatore televisivo come se fosse a teatro. In qualunque Paese civile al mondo un tale soggetto (copertosi di gloria come magistrato e strafallito come sindaco) dovrebbe essere messo in quarantena per i prossimi 20 anni. Soltanto in Italia possono essere chiamati a fare i commentatori lui e i parcheggiatori abusivi…”.

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