Di Maio: “Non ho mai proposto il terzo mandato. M5s si dimostri unito”

Il Ministro degli Esteri parla delle divisioni interne al M5s auspicandosi un dialogo tra tutte le parti. Sulle polemica dei sindaci dice: “Faccio fatica a comprenderla"

Di Maio
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20 Ottobre 2020 - 10.45


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Rispondendo a una domanda del “Corriere della Sera” sul suo essere o meno favorevole al terzo mandato all’interno del Movimento 5 Stelle, il ministro degli Esteri Luigi Di Maio “Io non ho capito perché se ne stia parlando, non l’ho mai proposto e non credo se ne debba discutere perché è una regola del Movimento. Bisogna parlarsi, dialogare e ripartire insieme, uniti”  

Sulle diverse vedute nel gruppo l’ex capo politico grillino “Il Movimento deve mostrarsi capace di reagire agli eventi, deve proporre una visione, deve dare garanzie su come attuarla, tempi certi ai cittadini”. 

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“Il documento presentato da Barbara Floridia con l’aiuto di Domenico De Masi ha tutto il mio sostegno, perché è un documento che unisce, che guarda al futuro, che si occupa di ambiente, sanità, intelligenza artificiale, digitalizzazione. È quel che al M5S mancava e peraltro racchiude tutte le anime del M5S. Mi auguro che la discussione sui temi parta proprio da quel documento. Le singole mozioni sono un contributo importante, ma ora bisogna pensare al collettivo”.

Ribadisce il suo appoggio a Casaleggio, seppur con qualche revisione sulla gestione del rapporto tra eletti e elettori (“Mi fido di Davide. Ho solo detto che servirebbe individuare un punto di equilibrio tra la Rete, sacrosanta, e i territori, la fisicità delle persone, gli incontri in carne ed ossa”). Un’evoluzione che dovrebbe riguardare anche Rousseau, ripartendo proprio dal coinvolgimento fisico dei sostenitori del Movimento.

“Non è questo il punto, il punto è trovare tutti insieme la capacità di evolverci partendo proprio dai territori, dagli attivisti, che sono il nostro motore. E sono certo che si troverà una soluzione”. 

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Poi, torna a scongiurare l’ipotesi di un lockdown così come lo abbiamo conosciuto a marzo (“impensabile”), anche se la situazione in continuo peggioramento chiede interventi repentini. Sempre in stretta collaborazione con il Cts.

“I contagi stanno aumentando e bisogna anticipare misure più stringenti proprio per evitare di farci trovare impreparati. Ieri sono state varate le prime e ora è importante essere vigili e tenere alta la guardia. Abbiamo sempre ascoltato attentamente il comitato e credo che in questo momento il dovere della politica sia ricevere input dalle autorità sanitarie per poi fare la tara e implementare misure che concilino la tutela della vita, che per noi è la priorità, con la stabilità della nostra economia”.

Infine una considerazione anche sulla protesta dei sindaci, “inutile” per Di Maio che si auspica un dialogo collaborativo tra le parti per superare questo momento di difficoltà.

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È una polemica che francamente faccio fatica a comprendere. Siamo in un momento delicatissimo per il nostro Paese e credo che la cosa più importante in questo momento sia parlarsi e trasmettere agli italiani un messaggio di unità. Non capisco questa continua rincorsa mediatica. L’importante è individuare un metodo che metta al sicuro gli italiani nei propri Comuni e territori. A nome del governo penso di poter dire senza problemi che da parte nostra c’è la massima disponibilità a dialogare con gli enti locali”.

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