Sileri cerca di tranquillizzarci: "Con questi numeri non rischiamo il lockdown nazionale"

"Certo bisogna vedere quanto e come saliranno questi numeri, e vedere quale sarà la pressione a carico del Servizio sanitario nazionale", ha aggiunto.

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15 Ottobre 2020 - 10.02


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“Con i numeri attuali” sui contagi da Covid-19 “non vedo rischio di un lockdown nazionale” per l’Italia. “E’ chiaro che serve lo sforzo di tutti. Io vedo più probabili dei lockdown circoscritti laddove ci fossero focolai che non possono essere controllati”. Lo ha spiegato il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, a ‘L’Italia s’è desta’ su Radio Cusano Campus. “Certo bisogna vedere quanto e come saliranno questi numeri, e vedere quale sarà la pressione a carico del Servizio sanitario nazionale”, ha aggiunt

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“Rispettando le regole il virus circola di meno – ha proseguito il viceministro – si può controllare meglio facendo più test diagnostici, anche rapidi a larga scala, con una potenza di fuoco di almeno 300mila test giornalieri per individuare subito i positivi”. Per Sileri “bisogna allenarsi a convivere con il virus e questo significa anche saper leggere i numeri che ogni giorno ci arrivano. Io il primo dato che vedo è quello dei ricoveri in terapia intensiva, ancora prima di quello delle ospedalizzazioni”.

“E’ quello il dato più importante – ha sottolineato anche da medico – I numeri delle terapie intensive stanno salendo lentamente, al momento siamo lontanissimi da un sovraccarico, ma quello è un numero totale nazionale. Se la crescita è evidente in determinate aree del Paese, in quelle aree possono venire a crearsi situazioni critiche. Io non vado a vedere il numero dei tamponi”, perché “è normale che più tamponi si fanno più si trovano positivi: il positivo non è malato”, ha precisato Sileri.

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Quanto al vaccino anti Covid-19 ai giovani sani solo nel 2022, ha chiosato: “Aspettiamo di avere il vaccino”. “Qualunque previsione in questo momento rischia solo di creare polemiche, di far parlare di cose ancora non note”, ha commentato Sileri. “E’ verosimile che possa essere disponibile un vaccino già dall’inizio del prossimo anno, ma non significa che in quel momento sarà disponibile in grandi quantità – ha ricordato – Iniziare a fare adesso questi discorsi è prematuro e serve solo ad alimentare polemiche”, ha ribadito il viceministro. “Se non c’è ancora il quando, è difficile parlare del come”.

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