Galli: “La seconda ondata arriverà se non sappiamo controllare i focolai"

"Un secondo lockdown è assolutamente da evitare per le implicazioni che avrebbe sulle possibilità di ripresa e sull’economia”

Massimo Galli
Massimo Galli
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7 Ottobre 2020 - 07.22


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L’infettivologo Massimo Galli, direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano e professore all’Università statale, che ha appena avuto una meritata nomination per l’Ambrogino d’oro, una benemerenza del Comune di Milano, fa il punto in una intervista al Corriere della Sera. 

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“La seconda ondata arriverà se si ripresenterà un nuovo focolaio senza controllo. Ma un secondo lockdown è assolutamente da evitare per le implicazioni che avrebbe sulle possibilità di ripresa e sull’economia”.

“Le richieste di ricovero stanno leggermente aumentando, rispetto a dieci giorni fa, come numero e come gravità della malattia – spiega il direttore del Dipartimento di malattie infettive dell’ospedale Sacco di Milano e professore all’Università statale -. Ma non siamo alla pressione del marzo scorso. L’estate è stata troppo vivace in tutta Europa e il contagio si è rianimato: i giovani contagiati hanno trasmesso il virus ai meno giovani”. E proprio parlando dei giovani, Galli sottolinea l’importanza di coinvolgerli, “renderli ‘protagonisti’ di questa battaglia contro il Covid e consapevoli. Non deve essere in alcun modo favorito un atteggiamento trasgressivo”.

Ecco perché, conclude, l’ipotesi di un’eventuale chiusura di ristoranti e bar alle 23 “sarebbe un segnale forte (e utile) nella direzione di un controllo della movida. Non dimentichiamo che Paesi più tolleranti, come Francia, Spagna e Regno Unito, stanno pagando ora le conseguenze di comportamenti un po’ disinvolti”.

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