Santori: "Salvini ormai è bollito, ma Zaia non è meno spregiudicato"

Santori commenta il risultato delle votazioni: "In Toscana i sono buoni punti da cui ripartire, per il referendum la vera battaglia inizia adesso"

Mattia Santori
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23 Settembre 2020 - 12.19


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A commento del risultato delle elezioni regionali, il leader delle Sardine Mattia Santori ha dichiarato: “Che Salvini fosse bollito lo sappiamo da novembre 2019. Salvini a furia di girare l’Italia promettendo ‘prima voi’ ha fatto venire il dubbio a chi pensava veramente di essere il primo”.
“Ma Zaia – avverte – non è meglio di Salvini, è più intelligente e più credibile ma ugualmente spregiudicato nel manipolare il consenso. Si è saputo difendere bene e, purtroppo, Lorenzoni non ha avuto sostegno da chi lo ha candidato”.
“Sulla Toscana” ha continuato Santori, “ci sarebbe tanto da analizzare, quando ti muovi sul campo, e noi lo abbiamo fatto, percepisci chi ci sta davvero mettendo anima e cuore e chi invece perde tempo a parlare di nomi, seggi e strategie elettorali”. “La Toscana – continua – rischia di finire come le Marche, dove per troppo tempo si è smesso di rinnovare e si è data per certa la fiducia degli elettori”. “Per fortuna ci sono buoni punti da cui ripartire, come l’elezione di Iacopo Melio, che rappresenta una rottura vincente”, aggiunge il bolognese, riferendosi al giovane consigliere, scrittore e attivista per le battaglie sui diritti umani che ha raccolto oltre 11mila preferenze a Firenze.
Per Santori, l’esito del voto referendario “da una parte conferma come tanti elettori del centrosinistra siano senza una casa, dall’altra parte certifica lo scollamento tra la politica partitica e i cittadini. Sapevamo che sarebbe stata una strada in salita ma, intanto, abbiamo quasi otto milioni di persone che valutano con sospetto un’operazione che puzza di ipocrisia e semplificazione”.

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“Per noi il lavoro duro inizia adesso” sottolinea Santori: “La Taverna ci ha detto che non assicura riforme e correttivi prima di Natale, Zingaretti dice il contrario. Vogliamo vedere dove sta la verità e rimanere vigili perché con la democrazia non si scherza. A partire dalla legge elettorale su cui siamo pronti a batterci, specie se rimarranno i listini bloccati”.
“Sappiamo tutti che la lotta è stata impari: da una parte la quasi totalità dei partiti, anni di retorica populista e un sistema mediatico nettamente schierato per il Sì, come testimonia la delibera Agcom. Nonostante questo, quasi otto milioni di persone hanno optato per il No, dando un’immagine plastica dello scollamento tra partiti ed elettori”, conclude il fondatore delle Sardine.

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