Bettini: "I grillini ci hanno votato perché siamo accoglienti e non prepotenti come eravamo prima"
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Bettini: "I grillini ci hanno votato perché siamo accoglienti e non prepotenti come eravamo prima"

L'esponente dem commenta il risultato delle elezioni e del referendum: “Il Pd non vuole poltrone o equilibri di potere più vantaggiosi"

Goffredo Bettini
Goffredo Bettini
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23 Settembre 2020 - 07.22


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“Il Pd non vuole poltrone o equilibri di potere più vantaggiosi. Piuttosto da tempo indichiamo l’esigenza di un rafforzamento politico e programmatico della coalizione attorno a Conte. Spetta al premier trovare i modi per realizzarlo”. Lo dice al Corriere della sera Goffredo Bettini, all”indomani del risultato elettorale del Pd alle Regionali.

Nello specifico, afferma l’esponente del Partito Democratico, “in Liguria la partita era compromessa da tempo. Sansa ha combattuto bene. Ma davvero non è lì la sostanza del voto, che è stata piuttosto una grande affermazione del Pd e dei suoi candidati nelle regioni fondamentali: Toscana, Campania e Puglia. È del tutto evidente che il risultato positivo lo abbiamo conquistato anche per una strategia vincente che innanzitutto Zingaretti e il gruppo dirigente hanno perseguito tenacemente per un anno, tra diffidenze, derisioni e offese”.

“La verità – afferma Bettini – è che il premier Conte e l’alleanza di governo che lo sostiene hanno salvato il Paese. Il Pd è riconosciuto come il pilastro di tutto il campo democratico. La nostra classe dirigente nei territori è stata premiata per il grande lavoro svolto e per la credibilità dei programmi. La destra che fino a qualche mese fa sembrava inarrestabile inizia a sgonfiarsi”.

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“Ma voglio dire una cosa in più – prosegue l’esponente del Pd -: Giani, De Luca ed Emiliano hanno vinto nettamente anche per un voto disgiunto che è stato possibile grazie ad un profilo unitario del Pd, non respingente. Abbiamo potuto chiedere e ottenere il voto ‘utile’ perché siamo stati percepiti, al contrario del passato, accoglienti, non boriosi né ostili agli altri. Nel voto al Pd si è espressa la cosiddetta ‘vocazione maggioritaria’ nei processi reali, nella battaglia ideale e politica; non in modo ideologico e prepotente; né come occupazione di tutto il campo di alternativa al sovranismo, in una sorta di illusione bipartitica morta da tempo”.

“Pd è il primo partito italiano – insiste Bettini -. Si diano pace quelli che lo volevano morto. O sostenevano che stavamo sbagliando tutto e ci consideravano subalterni a Di Maio. Tuttavia non gioisco delle difficoltà dei 5 Stelle o di altri alleati. Certamente la nuova forza del Pd potrà garantire quel salto di qualità anche da me più volte invocato: una maggiore sintonia tra i partiti di governo, essenziale per ricostruire l’Italia dopo l’emergenza; l’avvio rapido di un processo di riforme da tempo attese; l’utilizzo del Recovery fund non dispersivo ma concentrato su alcune strategie innovative che i cittadini possano comprendere e apprezzare: lo sviluppo green, la valorizzazione del nostro capitale umano (a partire dai giovani e dalle donne), politiche di crescita per realizzare più giustizia sociale”.

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“E infine – prosegue -, è necessario mettere in moto i cambiamenti istituzionali e regolamentari che completino il processo avviato con il Sì. Una parte degli elettori ha votato No; tra essi non pochi del Pd. Guai ad atteggiamenti di iattanza da parte nostra. Piuttosto quei voti ci daranno ulteriore forza per mantenere gli impegni assunti, a partire dalla riforma della legge elettorale”.

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