Salvini usa il neonato massacrato di botte per strizzare l'occhio alla pena di morte

La madre e il suo convivente sono stati arrestati per la morte del piccolo. E il leghista: "Chi uccide di botte un angioletto di un anno e mezzo è solo un verme che non merita di vivere"

Matteo Salvini
Matteo Salvini
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19 Agosto 2020 - 15.48


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C’è una storia terribile: un bambino di un anno arrivato al pronto soccorso pieno di lividi e lesioni e che è morto.

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Stando alle prime indagini a massacrarlo di botte sarebbe stato il convivente della madre mentre quest’ultima non avrebbe fatto nulla per proteggere il bambino.

Al momento madre e convivente sono stati arrestati con l’accusa di omicidio. Il resto lo stabiliranno le indagini.
Quale storia più orribile si può immaginare? Uccidere di botte un bambino di pochi mesi è qualcosa di barbaro, ripugnante,  orribile.
Gli aggettivi non bastano.

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Ma puntuale l’estremista di destra che vive di speculazioni politiche e ha trasformato i social in gogne mediatiche e corti marziali che emanano condanne senza appello ha utilizzato la storia per mandare un segnale a quella parte del paese (fortunatamente minoritaria) che non vedrebbe di cattivo occhio il ritorno della pena di morte.

E che ha scritto?

Giornalisti, non usare la parola “madre” o “uomo”. Chi uccide di botte un angioletto di un anno e mezzo è solo un verme che non merita di vivere.

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Una preghiera per Evan e un abbraccio al papà.

Non merita di vivere, ergo merita di morire. Per carità gli autori di questa barbarie fanno orrore.

Ma è chiaro che è proprio la spinta emotiva che alla fine riesce a sdoganare anche il boia.

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Ma del resto da un estremista di destra coda ci si può aspettare?

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