Ci vuole una bella faccia. Perché quello che sta accadendo è un vero e proprio tradimento delle aspettative di tutti quegli italiani (elettori M5s e della sinistra compresi) chiedono verità e giustizia per Regeni senza più farci prendere in giro dall’Egitto di al-Sisi.
“L’Italia non ha mai incoraggiato con strumenti istituzionali la cooperazione commerciale tra le aziende italiane e l’Egitto. Le fregate Fremm sono oggetto di commissioni esistenti tra Fincantieri e Il Cairo”.
Insomma, “non c’è una strategia del governo per portare le nostre aziende in quel Paese”.
Lo ha detto il ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio, rispondendo in Commisione parlamentare d’inchiesta sulla morte di Giulio Regeni sulla vicenda della recente vendita di armamenti italiani all’Egitto. Di Maio ha quindi osservato: “Dubito che la vendita di questi prodotti sia da intendere come un favore dell’Italia all’Egitto. Non credo che infici la ricerca della verità’ né possa essere intesa come una sorta di leva” per raggiungere quell’obiettivo. Utili in questa prospettiva, ha ribadito il ministro, l’azione “del governo, della magistratura, del corpo diplomatico e dell’intelligence italiana”.