Bocciato il dl Sicurezza, Salvini insulta la Corte Costituzionale: "I giudici stanno facendo politica"

La magistratura diventa quindi - di nuovo - il bersaglio di Salvini, che scimmiotta ogni giorno che passa Donald Trump: ogni sentenza contro di lui diventa un 'attacco politico'

Salvini
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9 Luglio 2020 - 20.09


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Oggi Salvini le ha sparate grosse: dopo essersi autoproclamato erede di Berlinguer, facendo accapponare la pelle alla sinistra, il leader della Lega ha commentato anche la decisione della Consulta che ha definito ‘irragionevole’ il divieto di iscrizione all’anagrafe per i rifugiati, norma contenuta nel primo Decreto Sicurezza: “Anche sui Decreti Sicurezza qualche giudice, come accade troppo spesso, decide di fare politica sostituendosi al Parlamento. Un ‘richiedente asilo’ in oltre il 50% dei casi viene riconosciuto come clandestino dalle commissioni prefettizie, senza quindi nessun diritto di rimanere in Italia: secondo la Corte dovremmo quindi premiare chi mente e infrange la legge? La sicurezza e il benessere degli Italiani, degli immigrati perbene e dei veri richiedenti asilo, vengono prima di tutto”. 
La magistratura diventa quindi – di nuovo – il bersaglio di Salvini, che scimmiotta ogni giorno che passa Donald Trump: ogni sentenza contro di lui diventa un ‘attacco politico’, mentre la Corte, che ha semplicemente affermato che la norma è irragionevole perché non contribuisce in alcun modo al controllo del territorio (obiettivo del decreto) e perché non conforme all’art. 3 della Costituzione, si è limitata a seguire la legge dello Stato. Impedendo a un richiedente asilo di iscriversi all’anagrafe e quindi di avere la residenza in Italia, si tolgono diritti alle persone: diritto alla casa, a un lavoro onesto, a una famiglia, al sostentamento. Se è vero, come dice Salvini, che ‘in oltre il 50% dei casi viene riconosciuto come clandestino’ chi richiede asilo, è quindi anche vero che i rimanenti, quegli ‘immigrati perbene’, non possono portare la loro richiesta di asilo tra i documenti utili per ottenere l’iscrizione all’anagrafe. Salvini, che si riempie la bocca di solidarietà pelosa per gli ‘immigrati perbene’, ha creato una norma che discrimina tutti. Che è poi il motivo per cui la Corte l’ha bocciata. 

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