Gori: "Zingaretti mi ha definito 'picconatore', ma le mie obiezioni erano costruttive"

Il sindaco di Bergamo in un colloquio con Il Foglio: "L'unità del partito non può diventare un feticcio che sequestra il dibattito interno"

Gori, Zingaretti
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8 Luglio 2020 - 09.20


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l sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, torna a parlare di Nicola Zingaretti. Questa volta lo fa in un colloquio con Il Foglio. “Non sono permaloso ma stupito dal segretario del Pd. Le mie obiezioni erano solo costruttive, l’unità del partito non può diventare un feticcio che sequestra il dibattito interno e non può essere il fine della politica”. E ancora: “Io non mi fermo. Non rimarrò zitto”.

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Sul segretario del Pd che l’ha definito “picconatore” Gori dice solo: “Non sono permaloso, ma me ne sono stupito” perché “dal segretario di un partito che si chiama democratico ci si potrebbe aspettare più tolleranza verso obiezioni, soprattutto se quelle obiezioni sono costruttive”.

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