Secondo il leghista Matteo Gazzini "non c'è libertà se non è permesso essere razzisti"

"Il problema non è il razzismo" dice Gazzini, "ma la discriminazione che il razzismo crea e questo è inaccettabile in una società civile".

Matteo Gazzini
Matteo Gazzini
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7 Luglio 2020 - 14.54


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Matteo Gazzini è il coordinatore della Lega negli Stati Uniti e ha tentato di farsi eleggere nella circoscrizione estero senza peraltro riuscirci. Qualche giorno fa sulla sua pagina facebook è andata in scena un teatrino ridicolo in cui Gazzini cercava di portare avanti la tesi che ‘non ci può essere libertà se non si permette ad una persona di essere razzista. Il problema non è il razzismo, ma la discriminazione che il razzismo crea e questo è inaccettabile in una società civile’. 

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Basterebbe già questo, se non fosse che la conversazione è continuata, assumendo toni surreali: 

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È esattamente questo il problema: esistono molte persone che sono convinte che essere razziste, omofobe o misogine sia davvero un loro diritto, addirittura protetto dalla Costituzione. Insomma, finché lo pensi e non lo fai, allora nessuno può dirti nulla. Il che è tecnicamente vero, ma il problema è che chi lo pensa è ovviamente a favore di programmi politici, leggi e sistemi che tendono a assolvere comportamenti razzisti. Non basta dire ‘il razzismo è un male’ se poi lo si protegge. Il razzismo è certamente un fattore culturale che va sconfitto, perché una società razzista è una società fallita. 

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