Costretto a lasciare ,per un impegno non più rimandabile ,il mio “eremo” tra gli ulivi della Tuscia torno a Roma dopo mesi. Mi accompagna Michele amico da tempo e fonico Rai ormai in pensione.
Michele mi accompagna in macchina nella mia trasferta romana e chiacchierando
non avevo ancora aperto la mazzetta dei giornali e Subito mi appare l’immagine -notizia con la foto di Ennio Moricone , scelta straordinaria del Corriere della sera per la morte del grande musicista che ha commosso tutta l’Itala ed il mondo intero. Ne emerge una straordinaria intensità musicale e umana . Così era fatto il grande maestro sempre umile e discreto quasi volesse chiedere scusa per essere lì a Hollywood a ritirare l’Oscar . La sua grandezza e’rimasta immutata sino alla fine con il personale annuncio di preferire funerali privati “sono morto e non vi voglio disturbare”. Non mi ha sorpreso scoprire che Michele il mio accompagnatore ha tentato di fischiettare uno dei tanti brani più popolari del maestro senza riuscire però a procedere oltre.
Era anche Michele profondamente commosso, quasi una conferma per me quanto il maestro avesse raggiunto con la sua musica, grande e semplice ,ciascuno di noi. Lungo le strade di Roma i miei pensieri raggiungendo piazza Indipendenza mutano direzione Mi distraggo da pensieri più belli e austeri perché attraverso la piazza dove ha sede proprio Il consiglio superiore della Magistratura . Mi assalgono altre tribolazioni legate al dramma del paese per la condizione della giustizia e l’incapacità di dare risposte ad un problema così cruciale. Riguarda legalità, corruzione e rapporti inquietanti tra settori dei partiti e degli organi massimi del potere giudiziario che tolgono il respiro.
Ritorno dopo verso il centro, meno affollano del solito conforta vedere molte persone con le mascherine indossate anche dai turisti. Meno da politici e giornalisti, diretti a Montecitorio e a palazzo Chigi, dove è annunciata la conferenza stampa del presidente del Consiglio. Come purtroppo è costume, si tratta soprattutto di un lungo sproloquio di Conte presentato con falsa prosopopea senza che siano davvero superate le discordanza e le incertezze nella maggioranza con l’aggiunta dell’irrompere della riforma elettorale, la disputa sui candidati alla presidenza delle regioni dove si voterà a settembre e senza che i giornalisti riescano e forse possano seriamente interrogare il governo.
Resta sbalorditivo il confronto di sostanza e di stile rispetto al grande musicista scomparso. Lui sì arrivava a tutti ed era amato e apprezzato come un grande uomo.
Argomenti: giuseppe conte