Conte ammette: non sappiamo dirvi quando potrete riuscire di casa
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Conte ammette: non sappiamo dirvi quando potrete riuscire di casa

Il premier spiegano fonti di governo, ha dato piena disponibilità ad una condivisione delle scelte sulla ripresa

Giuseppe Conte
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5 Aprile 2020 - 08.08


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“Il messaggio più importante da dare ai nostri cittadini è: ‘state a casa il più possibile’. E se c’è la necessità di uscire, per lavoro o per fare la spesa, rispettate le regole di sicurezza”. Lo ha detto il premier Giuseppe Conte, in un’intervista all’emittente televisiva statunitense Nbc a proposito dell’emergenza coronavirus, rispondendo al conduttore che gli chiede un consiglio anche per i cittadini statunitensi.”Stiamo chiedendo alla nostra gente un grande sacrificio, ne sono consapevole, ma questa è l’unica strada per batteria la pandemia insieme. Più rispetteremo le regole, più presto usciremo dall’emergenza”.

“In questo momento non possiamo dire quando il lockdown finirà. Noi stiamo seguendo le indicazioni del comitato tecnico scientifico”. “L’Italia è stata la prima nazione ad affrontare l’emergenza. La nostra risposta forse non è stata perfetta, ma noi abbiamo agito al meglio sulla base della nostra conoscenza e il modello Italia ora è stato preso a riferimento da altri Paesi e riconosciuto anche dall’Oms”, ha detto il premier, dicendosi “orgoglioso di servire il mio Paese, straordinario e unico”.

Il decreto liquidità, quello scuola, l’estensione del golden power annunciata da Riccardo Fraccaro. Le prossime ore porteranno queste tre novità nell’azione anti-virus del premier Giuseppe Conte. La strada, però, resta in salita. E se da un lato il governo sembra imboccare la via di un pur non facile dialogo con le opposizioni, lo spettro di nuove tensioni, anche nella maggioranza, si affaccia sull’ipotesi di una task force sulle riaperture.

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Con, sullo sfondo, quell’Eurogruppo di martedì dove è tutt’altro scongiurata la possibilità che sul tavolo finisca l’utilizzo del Mes. E il M5S già fibrilla.

Nel governo è partita la corsa contro il tempo per arrivare al Cdm già stasera. Ma il dl liquidità non è pronto ed è possibile quindi che la riunione slitti a lunedì.

E’ su questo decreto che persistono ancora spigolature tecniche e politiche. Innanzitutto sull’entità della garanzia statale per i prestiti bancari alle aziende. Iv chiede una garanzia al 100%, trovando sulla stessa linea anche il M5S. Ma il titolare del Mef Roberto Gualtieri frena e in serata spiega: “la garanzia sarà al “100% per i prestiti fino a 800mila e aumenteremo al 90% per i prestiti fino al 25% del fatturato”.

La differenza è sensibile. Una garanzia al 90% non esonera le banche dalle procedure di verifica delle solvibilità tipiche dell’erogazione dei prestiti, rischiando di ritardare l’erogazione della liquidità.

Altro tema aperto è come garantire i prestiti. Il M5S spinge perché le garanzie arrivino attraverso Cassa Depositi e Prestiti. Ma nel Mef si è fatta spazio l’idea di usare Sace, controllata Cdp che, a quel punto, verrebbe trasferita direttamente sotto l’egida di via XX settembre. Idea che, al Movimento, proprio non piace. Così come i Cinque Stelle guardano con un certo scetticismo all’istituzione di quella task force sulle aperture caldeggiata da giorni dal Pd. “Dovrà essere fatta da gente che sa costa sta accadendo, professionisti, imprenditori. Non serve l’Accademia”, avverte Vito Crimi. “Serve in tempi rapidi una cabina di regia con scienziati, amministratori, categorie. Bisogna coinvolgere tutti”, rilancia il capogruppo Dem Andrea Marcucci.

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Conte, spiegano fonti di governo, ha dato piena disponibilità ad una condivisione delle scelte sulla ripresa. Ma, più che di cabina di regia in senso istituzionale, a Palazzo Chigi preferiscono parlare di “raccordo” con i principali attori coinvolti. E, a proposito di riaperture Vincenzo Spadafora annuncia: l’attività dei volontari del servizio civile riprenderà il 16 aprile. Nel frattempo con Regioni e opposizioni ci sono prove di dialogo.

“Sono arrivate risposte positive alle richieste fatte da tutto il sistema degli enti locali”, spiega il ministro Francesco Boccia al termine di una videoconferenza con governatori, Anci e Upi. Riunione nella quale le Regioni avanzano una richiesta: gestire direttamente le risorse del Fondo Nazionale Politiche sociali; 900 milioni per il 2019/2020.

Parallelamente avanza il dialogo tra governo e opposizioni. Un doppio incontro – il primo ieri, il secondo oggi pomeriggio, anche con Gualtieri – tra il ministro Federico D’Inca’ e i capigruppo di Fi, Lega e Fdi servirà a fare il punto sulle loro proposte: alcune potrebbero essere assorbite come emendamenti al Cura Italia, altre dirottate al dl liquidità e al decreto aprile. E il governo va incontro alle richieste delle opposizioni sul golden power: Fraccaro ne annuncia infatti l’estensione, anche per iniziative provenienti dall’Ue e impone la comunicazione anche per le Pmi. Intanto, nella maggioranza, si guarda sempre con preoccupazioneall’Europa: l’idea di un “Mes light” non convince Conte e spaventa il M5S. Ma potrebbe essere il “cavallo di Troia” per ottenere almeno per finalità specifiche, quei bond comunitari che restano la stella polare del governo.

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