Che fine hanno fatto i 49 milioni? Contro Salvini le bordate della moglie di Calderoli

L'europarlamentare leghista Gianna Gancia, ex presidente della provincia di Cuneo e ex consigliere regionale accusa Capitan Nutella di aver falsato il congresso del Piemonte e non solo.

Gianna Gancia
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4 Febbraio 2020 - 16.00


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Al processo per vilipendio contro Salvini che si sta svolgendo a Torino stanno uscendo storie che raccontano i veleni interni alla lega piemontese.E tra questi parole molto dure di Gianna Gancia, ora europarlamentare della Lega e moglie di Roberto Calderoli. 
Se i panni sporchi si devono lavare in famiglia, laviamoli una volta per tutte – dice da Bruxelles Gancia –. Il risultato di quel congresso fu falsificato, forse da chi aveva organizzato la serata delle scope. E i 49 milioni non li ha presi Bossi. Ci piacerebbe capire dove sono andati a finire. Andiamo avanti”.
Un regolamento di conti quel congresso in Piemonte, per qualcuno una trasposizione in politica della notte di San Valentino nella Chicago del ’29. Conti che evidentemente non sono mai stati regolati del tutto, anche quando ormai la Lega dell’Umberto è un cimelio ingombrante messo tra le carabattole dagli eredi. Sorta di beffarda Araba Fenice con le ali tarpate, ma che fa sentire la sua voce.
“La mia colpa era quella di essere contraria alla svolta lepenista, alla vicinanza con CasaPound. Io andavo contro il nuovo corso della Lega, ma erano il molti a seguirmi e questo scombinava i piani di Salvini per il Piemonte. È vero – spiega l’allora avversaria di Molinari al congresso – avevo detto che secondo me chi era indagato avrebbe fatto meglio a stare a casa e aspettare l’esito delle indagini, ma per Salvini i panni sporchi si dovevano lavare in famiglia. Va bene, allora laviamoli tutti e una volta per tutte”.

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