Le Sardine: "Gli accordi con la Libia sono una macchia sulla coscienza degli italiani"

Il post su Facebook: "La Libia è un orribile inferno nel quale bruciano i corpi e i diritti di migliaia di persone. Ma un inferno si spegne con l'acqua pulita della memoria, dell'umanità, della responsabilità"

Un prigioniero di un lager in Libia
Un prigioniero di un lager in Libia
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30 Gennaio 2020 - 20.34


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In un post Facebook le Sardine sono tornate a parlare degli accordi con la Libia, scrivendo: “Tra qualche giorno, il rinnovo del Memorandum Italia-Libia diventerà formale. E diventerà formale senza le modifiche che il governo aveva promesso tre mesi fa, quando il rinnovo degli accordi venne sancito, nonostante la richiesta inascoltata di cancellarli. Modifiche che comunque non rendevano meno drammatico un accordo che di fatto ci rende complici”.
“La Libia” continua il post, “non ha uno Stato unico, sovrano, globalmente e chiaramente riconosciuto. Non aderisce alle convenzioni internazionali in materia di diritti umani. È il paese dei lager, delle torture, della compravendita di esseri umani, degli stupri quotidiani, delle esecuzioni sommarie di migranti. È il paese dei trafficanti che operano anche dentro quella guardia costiera che è stata formata sulle navi militari italiane e fornita di soldi pubblici e mezzi italiani. È la Libia di ‘Bija’, il trafficante di uomini che in Italia è stato invitato a partecipare a incontri ufficiali. La Libia da tempo non è uno Stato, ma il luogo di un genocidio che fingiamo di non vedere e che contribuiamo apertamente a nutrire”.
“Quegli accordi sono la macchia più unta della coscienza italiana e di quella europea. Allora, in questi giorni di memoria, in questi giorni nei quali sono più i ‘grazie’ e gli attestati di stima per quella grande partecipazione che abbiamo stimolato, preferiremmo le risposte, i fatti, qualcosa che cambi il corso di una storia che prima o poi ci presenterà il conto. Non solo come italiani, ma anche come individui, come esseri umani. La Libia è un orribile inferno nel quale bruciano i corpi e i diritti di migliaia di persone. Ma un inferno si spegne con l’acqua pulita della memoria, dell’umanità, della responsabilità. Non con la benzina della propria indifferenza” conclude il post.

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