Appendino e Taverna (?) in corsa per il dopo Di Maio. Beppe ringrazia Luigi
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Appendino e Taverna (?) in corsa per il dopo Di Maio. Beppe ringrazia Luigi

“Grazie Luigi per come hai gestito la situazione, per tutto quello che hai fatto per il M5S e per quello che continuerai a fare. In alto i cuori!”.

Paola Taverna
Paola Taverna
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24 Gennaio 2020 - 12.35


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Arriva quasi 48 ore dopo le dimissioni di Luigi Di Maio il messaggio di Beppe Grillo.  In un tweet il fondatore del Movimento 5 stelle scrive: “Grazie Luigi per come hai gestito la situazione, per tutto quello che hai fatto per il M5S e per quello che continuerai a fare. In alto i cuori!”. L’onore delle armi due giorni dopo la resa.

Intanto è partita la corsa al dopo Di Maio. Vari i nomi che si fanno. “Mi dicono che sono la persona giusta per condurre il Movimento in questo momento di crescita, alla luce della mia lunga esperienza. Ma non farò nessuno strappo, lavorerò in continuità con il percorso che Luigi ha avviato e che io devo portare avanti alla luce delle criticità rilevate”. Esordisce così, in un’intervista al Corriere della Sera, Vito Crimi, 47 anni, la nuova guida politica dei 5 Stelle succeduta per anzianità al vertice del Movimento dopo le dimissioni di Luigi Di Maio. Quanto alla sua leadership, afferma: “Non ci poniamo il problema dei tempi o dei poteri, ma di guidare il M5S nella riorganizzazione. In ogni caso, da capo politico ho tutti i poteri previsti dallo statuto”.

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Crimi dice di sentire comunque “una grossa responsabilità” ma anche di aver avuto “tantissimi attestati di stima” e che “attivisti e colleghi si sentono rassicurati. Quanto alla crisi del Movimento, che da un consenso al 32% che ora secondo i sondaggi appare dimezzato, Crimi risponde così: “E’ più importante il consenso a tutti i costi o far bene per il Paese? Noi non abbiamo aiutato i potenti, ma i poveri. Una categoria che non influenza le masse”.

Su come sarà il Movimento a guida Crimi, se di piazza o di governo, con la Ue o contro, per i porti chiusi o aperti, la nuova guida risponde che i 5 Stelle non sono “mai stati contro l’Europa” perchè questa semmai “va rifondata” e che “con il nuovo governo stiamo contribuendo a migliorarla, tanto che la redistribuzione dei migranti è passata da 11 persone al mese a 98E e che questi risultati sono il frutto “di una gestione integrata del fenomeno, le chiacchiere le lasciamo ad altri”. “Non è sui porti che bisogna ragionare, ma sulle partenze” chiosa poi Crimi.

Cosa accadrà ora nel Movimento?

Secondo la Stampa, “sembra ormai inevitabile che si andrà verso un organo al vertice con un tasso più o meno ampio di collegialità”. Si tratterà di una “segreteria, come sembra volere Di Maio, strutturata sui facilitatori e il team del futuro? e una figura sopra tutti?”. Oppure assumerà altre forme? Per la Stampa si va verso la creazione di un asse tra 4 big, guidato da Paola Taverna, e con il ministro Stefano Patuanelli, Roberto Fico e l’ex fedelissimo di Di Maio Riccardo Fraccaro. Sarebbe questa la mossa per frenare i desiderata dell’ex capo politico del Movimento 5 Stelle che, secondo diversi giornali, starebbe invece guardando alla sindaca di Torino come successore.

Il suo istinto di sopravvivenza quotidiana gli sussurra che non puoi parlare ai militanti senza aver accanto a te il loro idolo. Per questo Di Maio smentisce – mdopo molte ore – quello che tutti avevano capito del suo discorso. Che il “nemico che viene dalla retrovia” ad avergli inferto le coltellate non è Alessandro Di Battista. Il primo dei militanti è una incognita che è obbligatorio tenere in considerazione se punti a scoraggiare i tuoi avversari e a riprenderti il vertice, pur sapendo che la formula del capo politico solo al comando non esisterà più.

Per il Fatto Quotidiano, Di Maio al momento punta a ritagliarsi un ruolo da “regista”. Intende muoversi “da dietro”, e lo sta facendo:

Ha deciso di dirigere il gioco un po’ più da dietro, nel nuovo M5S che nei suoi piani non dovrà più avere un solo capo, un leader massimo, ma una diarchia, con un uomo e una donna. E assieme a loro, una ristretta segreteria politica, “un cordone di protezione”. Però si deve partire dal vertice, dai due nomi che il fu leader vorrebbe lassù. E il primo è già uscito ovunque, è quello della sindaca di Torino Chiara Appendino, che però nutre molti dubbi, e lo ha già detto allo stesso Di Maio nell’incontro della scorsa settimana a Palazzo Chigi, in cui il ministro le ha spiegato il suo progetto.

L’altro nome invece è quello di Di Battista. L’ex capo, scrive il Fatto, “non può fare a meno di Di Battista per il progetto che ha in testa, quello di un Movimento come polo equidistante dal centrodestra come dal centrosinistra.

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