Dal Pd un altolà ai capricci di Di Maio: "Con il giochino delle minacce si arriva al voto"

Il vice-segretario dem contro il capo M5s e anche Renzi: "Noi abbiamo scommesso sul governo con convinzione, ma non abbiamo paura del voto, siamo la forza che ha meno da perdere"

Andrea Orlando e Nicola Zingaretti
Andrea Orlando e Nicola Zingaretti
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8 Dicembre 2019 - 10.18


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Parole dure, da parte di un esponente democratico che sopporta Di Maio e Renzi ogni giorno di meno. 
E cosa ha detto? “La domanda è se Di Maio pensi di Conte ancora quello che pensava quando lo ha proposto premier. Perché in una coalizione, con forze molto diverse, il presidente del Consiglio è il punto di equilibrio. Se è venuta meno la fiducia sarebbe più onesto intellettualmente dirlo, così che si possano produrre altre forme di gestione delle tensioni”.


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Lo ha affermato il vice segretario del Pd Andrea Orlando, intervistato dal ‘Corriere della sera’ sui capricci continui del capo (ormai sfiduciato dalla stragrande maggioranza dei suoi) del M5s.
L’ex Guardasigilli, in merito alla possibilità che Renzi e Di Maio puntino al voto anticipato dopo la manovra, nota che “non hanno interessi né Renzi a votare, né Di Maio a tornare con Salvini, il quale ha appena chiuso un accordo organico con Meloni e Berlusconi. Siamo sempre dentro il giochino delle minacce, della ricerca di visibilità e dei segnali indiretti. Senza rendersi conto che così si rischia di arrivare alle elezioni, quasi inavvertitamente”.
Quanto al Pd, “noi abbiamo scommesso sul governo con convinzione, ma non abbiamo paura del voto, siamo la forza che ha meno da perdere. La legge elettorale va fatta dopo la riduzione del numero dei parlamentari. Non abbiamo rinunciato al maggioritario, ma cerchiamo una strada che non spacchi la coalizione, senza escludere un rapporto con le opposizioni. Il che porta a un proporzionale che salvaguardi quanto più possibile il bipolarismo”.

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