Il padre è in fin di vita ma Mimmo Lucano non lo può vedere: appello a Mattarella
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Il padre è in fin di vita ma Mimmo Lucano non lo può vedere: appello a Mattarella

L'ex sindaco di Riace è sottoposto al divieto di dimora nel comune calabrese e per questo impossibilitato a far visita al genitore

Mimmo Lucano
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20 Agosto 2019 - 08.30


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Una storia bruttissima di quella che appare una vera e propria persecuzione: appello a Sergio Mattarella per Mimmo Lucano, l’ex sindaco di Riace sottoposto al divieto di dimora nel comune calabrese e per questo impossibilitato a far visita al padre in fin di vita. A mobilitarsi è stato il Comitato Undici Giugno, nato a sostegno dell’ex primo cittadino all’indomani dell’apertura del processo a suo carico.
“Ci appelliamo alla Sua conclamata sensibilità ed al Suo rispetto per i valori umani e per la dignità della persona e chiediamo il Suo urgente intervento in relazione alla nota vicenda politica e giudiziaria riguardante Domenico Lucano”, si legge su Facebook nell’appello a Mattarella. 
Il Comitato, nel lungo post, ripercorre la vicenda giudiziaria che vede coinvolto l’ex sindaco che dall’8 ottobre 2019 è sottoposto alla misura cautelare, sottolineando come, dopo la cessazione del suo incarico, “Domenico Lucano, cittadino incensurato, né prima d’ora, neppure indagato per alcun tipo di reato, risulti oggetto di un esilio politico non giustificato da alcuna ragione giuridica”.
Un “esilio politico” che impedisce all’ex sindaco di andare a trovare l’anziano padre Roberto, 93 anni, che “in questi giorni sta trascorrendo quelli che potrebbero essere i suoi ultimi giorni di vita visto il notevole aggravamento della propria situazione di salute (affetto da una grave forma di leucemia è stato colpito anche da un infarto) nella propria abitazione di Riace dove il figlio, Domenico, non può recarsi neanche per una breve visita”.
Zingaretti: “Siamo con te” – Dalla parte di Mimmo Lucano si è schierato anche Nicola Zingaretti. “Caro Mimmo, ti sono vicino e mi unisco alla mobilitazione del Comitato Undici Giugno per garantirti quello che per me è un diritto umano, fare visita a tuo padre in fin di vita. Siamo con te”, ha scritto infatti il segretario Pd su Twitter.

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