Come ha detto la senatrice Fattori se fosse accaduto in un altro momento avrebbero fatto le barricate in Parlamento e fuori.
Ma la verginità l’hanno persa da tempo, basti pensare al caso Diciotti.
Ma adesso che l’unica loro salvezza è quella di aggrapparsi alla Lega (o tornare a lavorare o a non far nulla, per molti) stano zitti e mosca.
E non mancano le ironie: “Mentre sul caso Savoini l’indagine per corruzione internazionale va avanti, volevo chiedervi se qualcuno di voi ha sentito il paladino dell’onestà, anche detto Di Maio”.
Lo ha detto Laura Boldrini chiedendo al vicepremier e ministro del Lavoro e dello Sviluppo economico “per quale motivo non si esprime sulla vicenda che vede coinvolto il suo alleato di governo”.
Le timide parole di Patuanelli
“La vicenda va chiarita meglio, sarà la magistratura a fare le indagini, bisogna capire se Savoini ha effettivamente avuto un mandato per conto proprio, o se è stato un millantatore: su questo dalla Lega ci aspettiamo dei fatti”. Così Stefano Patuanelli, capogruppo cinquestelle al Senato, intervistato dal Gr1 Rai.
“La commissione d’inchiesta va bene, ma deve riguardare tutte le fondazioni, tutti i finanziamenti a tutti i partiti”, dice il capogruppo cinquestelle.
“Noi – sostiene – non abbiamo fondazioni, non abbiamo finanziamenti…abbiamo Rousseau, ma l’associazione Rousseau non configura finanziamenti a un partito, è un servizio che facciamo ai cittadini affinché possano partecipare attivamente alla vita del movimento cinquestelle, in totale trasparenza. Di certo – conclude – noi non ci sediamo ai tavoli con i petrolieri…”.
