Anzaldi sul Dl Crescita: "Le critiche di Zingaretti ai deputati dem sono un autogol"
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Anzaldi sul Dl Crescita: "Le critiche di Zingaretti ai deputati dem sono un autogol"

Il parlamentare del Pd: "Anche se ci fossero stati tutti non sarebbe cambiato nulla. Però su Foa e Radio Radicale abbiamo ottenuto grossi risultati non valorizzati"

Nella foto, Michele Anzaldi
Nella foto, Michele Anzaldi
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23 Giugno 2019 - 17.50


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Onorevole Anzaldi, lei è stato uno dei 29 deputati Pd presenti alla votazione finale del Dl Crescita, sulla quale il segretario Zingaretti ha chiesto spiegazioni. Condivide la strigliata del leader del partito?
“Francamente ho trovato l’uscita del segretario incomprensibile, un nuovo capitolo di tafazzismo. Su quella votazione non si poteva fare nulla, non c’era speranza di mandare sotto il governo neanche se fossimo stati tutti presenti. Perché umiliare i nostri deputati in questa maniera sui giornali? Un autogol clamoroso, mentre sui nostri successi come Rai e Radio Radicale silenzio tombale proprio dal segretario”.
Si aspettava qualcosa di diverso?
“Abbiamo spaccato la maggioranza prima su Radio Radicale e poi su Foa, questioni che ancora non sono state sanate e vedono Salvini e Di Maio divisi e senza soluzione, in particolare sulla presidenza Rai. Eppure su questo il segretario non ha fatto neanche una dichiarazione. Mi aspettavo le congratulazioni al capogruppo Delrio, come anche a Marcucci al Senato, ma dal segretario nulla. Poi su una questione che non avrebbe comunque potuto portare a nulla arriva questo attacco”.
Ma il dovere dell’opposizione non sarebbe stato quello di essere in Aula?
“Non sarebbe cambiato nulla. C’era un accordo generale per far chiudere le votazioni quella sera, addirittura hanno deciso di procedere con le votazioni per alzata di mano, dopo giorni di gestione schizofrenica di M5s e Lega. Peraltro con l’astensione e non il voto contro di Fi e Fdi la maggioranza dei no era totalmente irraggiungibile. Essere presenti in massa non avrebbe modificato le cose”.
Quindi secondo lei perché Zingaretti ha deciso di intervenire in maniera così sferzante?
“Non lo so. Di certo viene indebolito il partito e la sua rappresentanza parlamentare in un momento cruciale della legislatura. Se l’obiettivo è cambiare il capogruppo, lo si dica chiaramente, senza ricorrere a metodi tafazziani”.

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