Zingaretti indagato per finanziamento illecito (e i grillini tornano forcaioli)
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Zingaretti indagato per finanziamento illecito (e i grillini tornano forcaioli)

Lo rivela l'Espresso: a fare il nome di Zingaretti due avvocati siciliani, entrambi arrestati per corruzione, le cui dichiarazioni stanno facendo tremare magistrati, politici e giudici

Nicola Zingaretti
Nicola Zingaretti
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19 Marzo 2019 - 18.22


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Bomba sul neoeletto segretario del Pd Nicola Zingaretti: l’Espresso infatti rivela che a carico del segretario c’è un’indagine in corso, con la grave accusa di finanziamento illecito ai partiti.
A mettere in mezzo il governatore del Lazio sono due avvocati siciliani, Piero Amara e Giuseppe Calafiore, che da mesi “stanno facendo tremare magistrati, politici e giudici del Consiglio di Stato” scrive l’Espresso. 
“Arrestati nel febbraio del 2018 per corruzione in atti giudiziari, un mese fa hanno patteggiato 3 e 2,9 anni a testa – ricostruisce l’Espresso – Ma le loro dichiarazioni continuano a fare da carburante alle indagini delle procure di Roma e di Messina”.
La notizia, come c’era da aspettarsi, è stata accolta con tripudio dal M5s, che già gongola e scrive in una nota: “bentornato Pd, ci eri mancato”.
“Se i fatti, che riporta oggi L’Espresso, fossero accertati, sarebbe fin troppo semplice dire che il Pd, come il lupo, perde il pelo ma non il vizio. E che certe pratiche vergognose di una certa classe politica sono dure a morire. Non è la prima volta che il neosegretario del PD finisce sotto indagine, era già capitato con Mafia Capitale: di certo, per il suo partito non è un bel segnale. Ci aspettiamo che faccia immediatamente chiarezza”. Così Francesco Silvestri, vicepresidente del MoVimento 5 Stelle alla Camera.
“Il ‘nuovo’ PD riparte alla grande e per tenere fede alla propria storia il neosegretario Zingaretti, almeno secondo quanto rivela L’Espresso, avrebbe subito collezionato un’iscrizione nel registro degli indagati per finanziamento illecito. Nell’inchiesta, portata avanti dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e dal pm Stefano Fava, infatti, si fa il nome di Zingaretti come uomo di fiducia di un lobbista romano, arrestato nel 2018, un tale Centofanti. Non basta dare una imbiancata alla facciata se il palazzo cade a pezzi: e all’interno di quel palazzo i pezzi sono rimasti tutti saldamente al loro posto. E il modus operandi non è cambiato. Il PD e i suoi elettori dovrebbero cominciare a farsi qualche domanda. E Zingaretti dovrebbe iniziare a spiegarci qualcosa in più su queste presunte donazioni, se ne è in grado: altrimenti sarebbe il caso di fare un passo indietro” dice invece Vittorio Baldino, portavoce M5s alla Camera. 

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