Zingaretti prepara la larga coalizione: "se il governo cade sulla Tav subito a elezioni anticipate"
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Zingaretti prepara la larga coalizione: "se il governo cade sulla Tav subito a elezioni anticipate"

Niente supporto a un governo tecnico: Zingaretti si prepara alle amministrative di primavera e guarda già a un possibile crollo del governo sulla Tav

Nicola Zingaretti
Nicola Zingaretti
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8 Marzo 2019 - 20.30


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Zingaretti assicura: non ci sarà un bis del 2011 con il Pd a sostegno di un nuovo governo tecnico, nè un’altra manovra da 40 miliardi. Nel caso di crisi di governo, la linea sarà quella delle elezioni anticipate.
Sebbene bisogna andarci cauti con la possibilità concreta che il governo cada sulla Tav, Zingaretti sta già lavorando a una coalizione larga, con la quale vuole presentarsi alle amministrative di primavera, mentre a breve si terrà un incontro tra tutti i partner per una decisione sulla proposta di Carlo Calenda di un listone unico di tutti gli europeisti alle elezioni di maggio. Proprio Calenda di buon mattino su Twitter ha lanciato un appello a Pd, +Europa, Italia in Comune e Volt Italia; “Si avvicinano le elezioni nazionali, quelle europee sono dietro l’angolo. Umile suggerimento: facciamo subito un incontro per decidere insieme come presentarci? Lunedi’?”.
Zingaretti conferma: l’incontro ci sarà la prossima settimana. “Tornare alle urne in caso di caduta del governo? Io penso di sì – dice Zingaretti – C’è una maggioranza parlamentare che non è unita su nulla e l’Italia sta pagando un prezzo enorme”.
Francesco Boccia parla di “accanimento terapeutico” di un governo moribondo e anche lui auspica il ritorno al voto. Il nuovo segretario, anche nei giorni scorsi, ha sottolineato con i dirigenti che lo sostengono l’impraticabilità per il Pd di sobbarcarsi l’onere di un governo non nato dalle rune e per di più chiamato a una manovra da 40 miliardi: il bis del 2011 non ci sarà.
D’altra parte le urne anticipate permetterebbero al neo segretario di ridisegnare i gruppi parlamentari in linea con l’esito delle primarie. Gli zingarettiani dei due gruppi di Camera e Senato oggi sono infatti minoranza. Cosa che al contrario preoccupa i numerosi parlamentari che hanno sostenuto Maurizio Martina e Roberto Giachetti (ma con lui solo in pochi). I dirigenti che saranno chiamati ad occuparsi di organizzazione stanno già valutando i possibili scenari.
Di fronte ad un calo di M5s nel Mezzogiorno, presentandosi con un centrosinistra largo potrebbero essere vinti molti collegi uninominali che nel 2018, nel Sud e nelle Isole, furono tutti vinti dai Pentastellati. Gli incontri della prossima settimana di Zingaretti (martedì quello con +Europa) guarderanno quindi all’appuntamento delle Europee, ma anche alle amministrative di aprile in Sicilia e di maggio in 4.000 Comuni e in Piemonte, nonché alle eventuali urne per il Parlamento.

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