Che Luigi Di Maio debba guardarsi le spalle dalla serpe in seno al suo Movimento, Alessandro Di Battista, è chiaro a tutti: dal Guatemala, il giovane messia del M5s è pronto a tornare a breve per fare quello che Di Maio non è riuscito a fare, ossia arginare lo strapotere di Salvini e ristabilire degli equilibri di governo che riportino la situazione a favore dei grillini.
Lo dimostra il post, molto ironico, su Facebook di Vittorio Di Battista (un altro padre, come se ne avessimo bisogno), che scrive: “È grazie a Dio che abbiamo vinto le elezioni e che siamo al Governo. In soli sei mesi, abbiamo rivoltato il Paese da così a così. Abbiamo chiuso l’Ilva, bloccata la Tap, iniziata la nazionalizzazione delle autostrade, creata la Banca Etica e tolti i finanziamenti all’editoria. Mai avrei pensato che, con il mio voto, avrei contribuito a raggiungere questi risultati. Ma non sono ancora completamente soddisfatto”
“Mentre per la definitiva privatizzazione dell’acqua” – continua il post – “sono disposto ad aspettare ancora un poco, mi manca la cancellazione del Reddito di Cittadinanza, l’aumento delle pensioni d’oro, la prosecuzione del Tav, l’aumento dei contingenti dei nostri militari in “missioni di pace”, la richiesta agli yankees di altri F35 e la nomina di personaggi “loro”, a capo delle strutture di controllo. Allora, solo allora, la pillola andrà giù”, sottolinea ancora Di Battista “senior”.
E, nel suo post, viene citato anche il vicepremier Luigi Di Maio. “A proposito di nomine, mi sembra di ricordare che il mio voto (che conta meno di niente), l’ho dato al Capo Politico del Movimento ed a nessun altro, neanche al garante del contratto”, scrive.