Boccia (Pd) polemico con gli altri candidati: dicono mai a M5s ma non mai a Berlusconi

Il candidato Boccia: "l'ipocrisia degli altri candidati aumenta anziché a diminuire. Dicono mai coi cinque stelle ma non parlando di Salvini e Berlusconi"

Francesco Boccia
Francesco Boccia
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1 Dicembre 2018 - 17.07


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Schermaglie pre-congressuali e sullo sfondo il rapporto tra M5s e Pd, che moltissimi non vogliono mentre qualcuno è più possibilista.

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“Anziché smentire eventuali accordi con M5s in caso di crisi di governo, i candidati alla guida del Pd farebbero bene a dire “no a Salvini e Berlusconi”. Lo dice Francesco Boccia, candidato alla segreteria del Pd. “Il tasso di ipocrisia con l’avvicinarsi del congresso aumenta anziché diminuire. I tre candidati degli apparati, che continuano a far finta di nulla e a non fare la campagna di adesione al Pd, cadono nella trappola del Foglio dicendo mai con il M5s. Peccato che non si esprimano su eventuali governi con Salvini e Berlusconi. Siamo alle solite”.

“Mi dispiace dirlo – continua – ma dai candidati al congresso del Pd mi aspetto meno ipocrisia. I tre candidati, che non nascondono ogni giorno di avere dietro i vecchi apparati, si affrettano nello smentire un qualsiasi appoggio al M5s in caso di crisi di governo. Benissimo, si torna al voto. E dopo che succede? Grazie alla pessima legge elettorale che non criticano mai, dopo cosa facciamo?”.

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Boccia ricorda: “È stato il Pd a far approvare un sistema elettorale proporzionale ed è evidente, per la situazione in cui versiamo, che il Partito Democratico ostaggio degli apparati non è autosufficiente per poter governare da solo. A Zingaretti, Minniti e Martina vorrei fare una semplice domanda: in un sistema con tre blocchi, Pd, M5s e Lega con chi volete dialogare? Io non sono ipocrita e continuo ad essere convinto che sui bisogni, i diritti e le povertà facciamo delle analisi della società che impongono un confronto con il M5S. Certo, il M5S sta dando pessima prova di governo ed è ogni giorno di più ostaggio della Lega, ma l’attenzione verso temi sociali comuni impone un confronto”.

“Tra M5s e Lega – conclude – preferisco parlare con il M5s. Zingaretti, Minniti e Martina, evidentemente, hanno molte più affinità con Salvini e Berlusconi. Vedremo durante il congresso cosa ne pensano i militanti Pd”.

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