E' vero che gli inceneritori fanno male alla salute?

Conclusosi nel 2011, lo studio ha rilevato che nelle emissioni degli inceneritori di rifiuti urbani della regione Emilia-Romagna, tutti gli inquinanti sottoposti a limite normativo risultano essere sotto i limiti autorizzati.

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19 Novembre 2018 - 13.20


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Che impatto hanno i termovalorizzatori sulla salute? Ci sono rischi per chi abita vicino a un impianto di incenerimento? Mentre il governo si prepara a siglare a Caserta il protocollo sulla Terra dei fuochi per il contrasto dei roghi di rifiuti’ e dopo giorni di tensione nell’esecutivo, restano alcuni interrogativi sull’esposizione dell’uomo alle sostanze rilasciate da questo tipo di impianti. Sebbene il numero degli studi relativi agli effetti degli inceneritori sull’ambiente e sulla salute sia molto limitato, uno dei più recenti e completi è il progetto Moniter promosso dalla Regione Emilia-Romagna e coordinato da Arpa.

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Iniziato nel 2007 e conclusosi nel 2011, lo studio ha rilevato che nelle emissioni degli inceneritori di rifiuti urbani della regione Emilia-Romagna, tutti gli inquinanti sottoposti a limite normativo risultano essere al di sotto delle concentrazioni massime ammesse e ai limiti autorizzati. In particolare, le concentrazioni di diossine (PCDD), furani (PCDF), policlorobifenili (PCB) e idrocarburi policiclici aromatici (IPA) sono risultati “ampiamente al di sotto dei limiti normati e autorizzati”.

Per quanto riguarda gli effetti a lungo termine sulla salute umana, lo studio Moniter, che ha riguardato la popolazione residente nell’area di 4 km di raggio intorno a ogni inceneritore per rifiuti solidi urbani (RSU), non ha messo in evidenza un’associazione tra livelli di esposizione e mortalità o incidenza di tumori. “Possibile eccezione – rileva il rapporto – è la stima di incidenza dei linfomi non Hodgkin a Modena, non riprodotta” però “dai risultati osservati nell’insieme delle popolazioni residenti nelle vicinanze di inceneritori in Emilia-Romagna”.

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Inoltre, lo studio ha effettuato un’analisi degli effetti riproduttivi, prendendo in considerazione i 9950 nati nella aree in studio nel periodo 2003-2006, rilevando un aumento delle nascite pretermine (inferiori alle 32 settimane). “E’ stata osservata un’associazione tra l’esposizione e l’esito ‘nati pretermine’, la cui frequenza aumenta con i livelli di esposizione – si legge nel rapporto -mentre nessuna associazione è stata rilevata per il basso peso nei nati a termine, i ‘piccoli per età gestazionale’, la gemellarità, il rapporto tra i sessi alla nascita”. Per quanto riguarda gli aborti spontanei, “risultano associabili con l’esposizione a inceneritore, sia pur con minor forza rispetto ai nati pretermine”.

Quanto ai risultati relativi alle malformazioni, per via di “rilevanti difficoltà nel reperimento certo e completo dei nati malformati nelle aree in studio, non forniscono elementi per l’attribuzione di un nesso causale tra malformazioni ed esposizione a inceneritore”.

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