Con il Decreto sicurezza si apre una pagina buia e si crea più irregolarità
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Con il Decreto sicurezza si apre una pagina buia e si crea più irregolarità

Il provvedimento continua a far discutere dentro e fuori la maggioranza. Morcone (Cir): "Ci saranno migliaia di irregolari in più, così si aumenta marginalità sociale".

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7 Novembre 2018 - 13.20


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Passa al Senato con 163 voti favorevoli, 59 contrari e 19 astenuti il decreto sicurezza. Sul testo il Governo ha chiesto e ottenuto la fiducia. Il ministro dell’Interno Matteo Salvini parla di “giornata storica” ma il provvedimento fa discutere non solo all’interno della maggioranza. Alcuni senatori del Movimento 5 stelle si sono infatti astenuti dal voto, tra loro Gregorio De Falco che è uscito dall’aula poco prima del voto. Ma anche nel mondo delle organizzazioni il provvedimento continua a sollevare critiche.

Nel maxiemendamento sostitutivo del testo del decreto sono state inserite alcune novità, che riguardano, in particolare, la videosorveglianza, gli sgomberi degli immobili occupati, il Fondo per la sicurezza urbana e l’utilizzo dei droni. Si conferma la sospensione dell’esame della domanda di protezione nel caso il richiedente abbia commesso alcuni reati considerati gravi. In caso di condanna in primo grado, il Questore deve darne tempestiva comunicazione alla Commissione territoriale competente, che è quindi tenuta a provvedere immediatamente all’audizione dell’interessato e adottare contestuale decisione. A quel punto lo straniero può essere obbligato a lasciare il territorio nazionale. Resta la decisione di prolungare da 3 a 6 mesi il trattenimento nei Cpr e il ridimensionamento del Sistema di accoglienza Sprar a cui potranno avere accesso solo coloro che sono già titolari di protezione internazionale e i minori non accompagnati. I richiedenti asilo saranno invece ospitati nei Cara. Viene abolita la protezione umanitaria, sostituita da un permesso temporaneo che può essere rilasciato in 6 casi speciali vittime di grave sfruttamento, motivi di salute, violenza domestica, calamita’ nel paese d’origine, cure mediche, atti di particolare valore civile. Secondo gli esperti l’abolizione del permesso per motivi umanitari farà crescere esponenzialmente il numero di coloro che si ritroveranno in una situazione di irregolarità sul territorio. La stima è di almento 130/140mila migranti che perderanno da subito il titolo di soggiorno, diventando quindi irregolari.

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Per il prefetto Mario Morcone, direttore del Centro Italiano Rifugiati (Cir) si tratta di “un decreto che non raggiungerà in nessun modo l’obiettivo che il legislatore si è posto: cioè più sicurezza nel nostro Paese. L’abolizione della protezione umanitaria creerà migliaia di irregolari che non potranno essere rimpatriati, se non in modo molto limitato. Lo smantellamento dello Sprar determinerà nuove forme di marginalità, derive di esclusione sociale che inevitabilmente renderanno più fragili le persone che arriveranno in Italia enfatizzando il rischio di conflitti e rendendoli permeabili a percorsi di radicalizzazione”. Ad allarmare, spiega ancora l’ex dirigente del Dipartimento Libertà civili del Ministero dell’Interno, è l’introduzione del trattenimento ai soli fini identificativi e delle procedure di frontiera determinerà sulle coste della Sicilia e delle altre Regioni del Sud la realizzazione, per necessità, di grandi centri chiusi che deterranno migliaia di richiedenti asilo. È sostanzialmente quello che alcuni Paesi Europei ci chiedono da tempo e noi non abbiamo mai voluto fare” continua Morcone. Preoccupano infine le misure relative alla cittadinanza. I quattro anni richiesti dall’amministrazione per dare una risposta alla richiesta di cittadinanza presentata da una persona che nei precedenti 10 anni “aveva già dimostrato di essere nelle condizioni richieste dalla legge, non sembrano compatibile col livello di sviluppo del nostro Paese. Le disfunzioni della pubblica amministrazione non possono essere scaricate su persone che peraltro lavorano e pagano le tasse come tutti gli altri cittadini – spiega -. Comprendo e condivido anche le ragioni che spingono verso la revoca della cittadinanza in alcuni casi specifici, che a mio avviso rimarrà una norma bandiera, ma con essa rischiamo di disarticolare un pilastro del nostro ordinamento che è l’Articolo 3 creando le categorie degli italiani e degli italiani fino a un certo punto” conclude Morcone.

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Molto critica anche l’Arci che parla di “una delle pagine più buie della storia repubblicana. Il fatto che avvenga nell’anniversario dell’emanazione delle leggi razziali (1938 – 2018) e abbia contenuti esplicitamente razzisti e discriminatori lascia davvero attoniti di fronte ad un Paese ed una classe politica  che non sembra aver imparato nulla dalla sua storia – sottolinea l’associazione in una nota -. Il ddl andrà alla Camera dei Deputati, dove è improbabile che subisca modifiche, anche se questo governo e questa maggioranza ci stanno abituando a una continua rincorsa al peggioramento delle regole democratiche”. Per l’Arci si tratta di un vero e proprio “manifesto culturale propagandistico di matrice leghista, al quale gli alleati 5 Stelle si sono completamente adeguati, un provvedimento che trasuda cattiveria e che rappresenta un veleno micidiale per la nostra società – aggiungono – Nel passaggio in Commissione Affari Costituzionali il testo ha subito modifiche, proposte dal relatore leghista e dal governo, che ne hanno peggiorato pesantemente l’impianto già anti costituzionale. Il diritto d’asilo rischia di essere azzerato perché ogni richiedente asilo che arriva nel nostro Paese potrà essere accusato di presentare una domanda manifestamente infondata e quindi sottoposto a espulsione”. Tra i punti ritenuti critici “la cancellazione del titolo di soggiorno per ragioni umanitarie che produrrà irregolarità, disagio  e conflitti”.“L’accoglienza dei richiedenti asilo, ossia di persone che nella quasi totalità dei casi hanno subito torture e violenze, viene relegata dentro la logica del confinamento, con l’idea dei “campi”: grandi strutture private con nessun rapporto con le comunità locali e l’amministrazione pubblica, con un approccio totalmente assistenziale (alla faccia dei profughi che sfruttano la “generosità italiana”) e con regole che attraggono soggetti profit, senza alcuna attenzione alle persone e al territorio – continua la nota -. Un provvedimento che  verrà certamente censurato in gran parte dalla Corte Costituzionale e che otterrà palesemente l’effetto opposto a quello dichiarato”. (ec)

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