'Ma Renzi era peggio': fenomenologia dell'elettore M5s ora semi-deluso
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'Ma Renzi era peggio': fenomenologia dell'elettore M5s ora semi-deluso

Chi sono e perché molti sostenitori della sinistra hanno preferito Di Maio e nononstante tutto lo voterebbero ancora domani? Le risposte (non) vi sorprenderanno

Renzi e Di Maio
Renzi e Di Maio
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18 Settembre 2018 - 19.09


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Al pari di una moltitudine di cittadini, anche io avevo largamente immaginato che il Pd avrebbe avuto un tracollo elettorale, Leu con la sua scelta di Grasso come leader – ossia una scelta di Palazzo – avrebbe perfino fatto fatica a comunicare che esisteva e Potere al Popolo sarebbe rimasto su percentuali molto basse e fuori dal Parlamento.

Non ci voleva un genio. Bastava parlare con la gente comune come sempre meno osservatori fanno e come, al contrario, fa l’Associazione Berlinguer del Quadraro, quartiere popolare di Roma, dove avevano ben compreso gli umori.

Tra l’altro si sapeva che molti elettori di sinistra si sarebbero affidati al M5s sperando in un politica di sinistra che azzerasse potenti e potentati, affaristi e gruppi di potere.

Personalmente conosco molto bene, con alcuni sono molto amico, un bel po’ di ‘compagni’ di tante battaglie che questa volta hanno preferito perfino uno come Di Maio e alcuni di loro. – romani – perfino perseverare nell’errore visti i disastri da barzelletta dalla giunta Raggi,
Con molti di loro uno avuto modo di parlare anche ultimamente, ossia dopo l’insediamento del sedicente governo del Cambiamento guidato dal manichino della Rinascente (cit. da David Grieco) nel quale il peso di Salvini e delle sue linee guida di estrema destra è preponderante e in materia di sicurezza, accoglienza e migranti vengono fatte scelte diametralmente opposte a quelle dei nuovi elettori grillini di sinistra.
Senza giudicare, ma solo per capire, mi sono confrontato con alcuni di loro: ma te che un tempo diffondevi l’Unità che ne pensi che con il tuo voto sia al potere uno che viene applaudito da CasaPound e Forza nuova, uno che dice che gli immigrati portano la tubercolosi, uno che scimmiotta Trump sulle armi libere e una legittima difesa da giustizieri del Far West?

E che ne pensi di Di Maio, Toninelli e del pessappochismo che hanno dimostrato compreso il tenere i piedi in due scarpe per non dispiacere troppo i No Vai?

La risposta, anzi le risposte, sono state tutte molto simili. Ne riassumo il senso: sì, è vero. Salvini non ci piace e forse se avessimo saputo prima di un accordo con la Lega non li avremmo votati. Ma…
Ma?
‘Ma Renzi era comunque peggio di quello che c’è adesso. La sinistra l’ha frantumata lui, non io. Il Pd è diventato un partito di affaristi con gruppi dirigenti che pensavano solo alle loro carriere e non alla gente. Si sono isolati in un’ubriacatura di potere. Hanno rappresentato i ricchi e non i lavoratori. Hanno avuto quello che meritavano’.

Il fatto, poi, che Renzi si fosse dimesso dopo il referendum e fosse arrivato Gentiloni – almeno stando alla loro percezione – non è contato nulla. ‘Ma che dicono? Il Pd è il partito di Renzi e si fa solo quello che vuoi lui’.

Ma che dietro ci sia Casaleggio e che non è vero che ‘uno vale uno’? Un dato assolutamente irrilevante per la loro scelta.

In altri termini, in una politica berlusconizzata ed estremamente personalizzata, il fattore Renzi è stato preponderante. In seconda posizione come elemento di non gradimento il Pd delle élites che non faceva gli interessi della gente.

E siccome ‘Renzi era peggio’ quasi tutti i componenti di questo ‘campione’ se si votasse domani ‘nonostante tutto’ voterebbero ancora M5s. Perché l’avversione verso Renzi e quel Pd è nettamente superiore alla delusione nel vedere ‘Giggino’ fianco a fianco con Salvini.

Da quello che è capito non sono voti che M5s avrà per sempre. Ma sicuramente ora come ora non li ha assolutamente persi.

Se questo, come credo, è lo scenario, è difficile e illusorio recuperare la situazione organizzando cene tra notabili o conte congressuali da signori delle tessere o perfino con primarie le cui sorti sono lasciate in mano delle truppe cammellate. O rintanarsi nel politicismo delle formule.

Serve battere un colpo e farsi sentire. Intercettare i bisogni e le aspettative e non presentarsi come i ragionieri e gli interpreti di un sistema che ha aumentato a dismisura il divario tra ricchi e poveri.

Ma questo lo sapevano benissimo anche prima. Semplicemente non avevano l’interesse a farlo. (E. Con.)

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