Caselli: la corsa alle armi di Salvini può provocare effetti perversi
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Caselli: la corsa alle armi di Salvini può provocare effetti perversi

L'ex procuratore di Palermo contro la campagna leghista: dire che la difesa è sempre legittima è pericoloso

Matteo Salvini
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16 Settembre 2018 - 09.32


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Salvini e la Lega blaterano di legittima difesa, usando lo spauracchio della sicurezza per giustificare la proposta, pericolosissima, di facilitare il possesso di armi da fuoco, al momento depositata al Senato e in attesa di approvazione. Già ieri Anm, l’Associazione Nazionale Magistrati, aveva espresso un parere negativo sul tentativo di armare il paese, ma Salvini – come sempre – ha cassato il tutto in un’intervista al Corriere. 

Ma “l’esperienza professionale e concreta dei magistrati sui vari temi della giustizia (compresa la legittima difesa) può fornire a tutti elementi di conoscenza utili e assai preziosi” dice giustamente il magistrato Giancarlo Caselli, che si domanda: “Perché respingerlo a prescindere? Non si tratta di un invasione di campo, ma di un contributo alla riflessione su un tema spinoso. Sarebbe come dire che tutti possono parlare di giustizia meno gli esperti del settore”.

Secondo Caselli, “parlare di difesa legittima ‘sempre’ significa imboccare una strada pericolosa, in uno Stato civile deve essere valutata caso per caso in base al principio della proporzionalità con l’offesa. Le norme vigenti (che i giudici da sempre applicano con rigore e al tempo stesso con la giusta cautela) mi sembrano sufficienti. La corsa alle armi e al loro uso sconsiderato possono alla lunga causare effetti perversi, una specie di corto circuito”. Sul ddl anticorruzione, il giudizio è invece più positivo: “A parte che questa maggioranza tende a cambiare idea troppe volte, per cui converrebbe aspettare un testo definitivo, penso che il progetto vada nella direzione giusta. Perché introduce un pacchetto organico di misure (Daspo compreso) pensate con l’obiettivo di rendere la corruzione più rischiosa e non invece troppo conveniente (quindi allettante) com’è purtroppo ancora oggi”.

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