Era nero e africano: l'assordante silenzio di Salvini sull'omicidio di Soumaila Sacko

Sindacalista dei breaccianti sfruttati la sua morte non è stata nemmeno considerata dal ministro del Lavoro Di Maio.

Soumaila Sacko
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4 Giugno 2018 - 13.10


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Che volete che sia: era solo un africano. Uno di quegli africani che erano diventati l’obiettivo del ‘vendicatore fascista’ Luca Traini, militante della Lega di Salvini con tanto di simboli nazisti e fascisti tatuati in bella vista.
Poteva il governo del cambiamento spendere una parola per la morte di Soumaila Sacko il sindacalista bracciante agricolo ucciso con un colpo di lupara in testa nel Vibonese?
Poteva e doveva. Ma non l’ha fatto.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini, che pure in Calabria è stato eletto, ha passato le prime ore da vice-premer a diffondere odio, dire ai migranti “la pacchia è finita, fate le valigie”.
O a sputare veleno sulla Sicilia falsamente descritta come un campo profughi dell’Europa, fregandosene per un po’ di propaganda di bassa lega anche di gettare una fosca luce verso una bellissima isola che vive anche di turismo,
Eppure, in un discorso pieno di ipocrisia, Salvini aveva detto che i migranti regolari erano fratelli e i loro figli suo figli.
Ma figli di chi se non di un dio minore?
Soumaila Sacko era regolarmente in Italia e lavorava duramente per pochi euro.
Ucciso barbaramente.
Non una parola di pietà, non una parola di solidarietà. Non una parola dal responsabile del Viminale e dal quello del lavoro sulla necessità di estirpare lo strapotere criminale e lo sfruttamento dei più poveri e diseredati,
Era solo un africano. Così mentre orde di razzisti sui social esultano, giustificano, minimizzano e danno la colpa agli africani di essere africani il “cambiamento” tace.
Hanno vinto le elezioni seminando odio. Perché guastarsi la festa per un ‘negro’?

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