Orfini: 'Non torniamo alla sinistra perdente di 20 anni fa'. Bastano lui e Renzi

Le incredibili dichiarazioni del presidente dem che ha portato il partito al minimo storico: "basta cercare il capro espiatorio". Ossia autocritica zero

Matteo Renzi e Matteo Orfini
Matteo Renzi e Matteo Orfini
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11 Maggio 2018 - 17.07


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Che dire? Per essere presidente di un Partito che è arrivato al minimo storico alle ultime elezioni, che ha perso il Referendum, le amministrative, le regionali, che ha regalato alla Raggi il Campidoglio, alla destra Genova e quant’altro il senso dell’autocritica è pari a zero.
Che ha detto l’ex dalemino diventato ossequiente renziano? Il Pd deve smetterla con le “polemiche interne” e con la “ricerca del capro espiatorio”, “la ricreazione è finita” e ora è il momento di capire come fare opposizione, senza immaginare di poter tornare “alla sinistra perdente di venti anni fa”. Lo ha scritto Matteo Orfini su Democratica.
Per il presidente Pd “l’idea che il m5s potesse considerarsi una ‘costola della sinistra’ è crollata alla prova dei fatti. Anzi, la natura reazionaria di quel movimento sta emergendo in modo sempre più evidente. Pensare che un accordo di governo col Pd l’avrebbe magicamente fatta scomparire era assolutamente velleitario”.
Il problema è che “mi pare che nel Pd molti scelgano la polemica interna anche quando la logica suggerirebbe di enfatizzare le difficoltà in casa d’altri. Ma davvero possiamo discutere tra noi del tasso di soddisfazione individuale e collettivo per la nascita di un governo Salvini-Di Maio? Nessuno è soddisfatto né felice, ma è l’esito del voto di milioni di italiani”.
Orfini se la prende con chi alimenta polemiche interne al Pd: “Davvero dobbiamo assistere allo spettacolo di decine di autorevoli dirigenti del Pd che passano la giornata a polemizzare su una frase (peraltro smentita) attribuita in un retroscena? Non è forse questo modo di discutere tra noi una – anche se non certo la principale – delle ragioni della perdita di credibilità del Pd?”.
C’è da organizzare l’opposizione al governo Lega-M5s e “attenzione oggi a riproporsi esattamente con lo stesso profilo: flat-tax e reddito di cittadinanza non vanno contrastati perché costerebbero troppo (argomento che lascerei ai nostalgici dei governi tecnici), ma perché sono sbagliati in sé, per l’idea di società da cui nascono. Ancora, non basta dire viva l’Europa, senza spiegare come vorremmo cambiarla, perché questa Europa è una delle ragioni della crescita delle forze sovraniste”.
“Attenzione anche – aggiunge – a pensare che il profilo dell’opposizione possa essere costruito immaginando di tornare alla sinistra (perdente) di vent’anni fa e ai temi di allora senza nemmeno un aggiornamento. Non è con le parole d’ordine di allora che torneremo a convincere gli italiani di oggi. E nemmeno immaginando di ripartire solo dalla costruzione di coalizioni tanto larghe quanto prive di una visione politica comune”.
Conclude Orfini: “Occorre però anzitutto il coraggio della verità sugli errori del passato, che è cosa ben diversa dall’ossessiva ricerca del capro espiatorio. Basta con pretestuose polemiche utili solo al posizionamento interno. La ricreazione è finita”.

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