Boldrini vs Salvini: politica del turpiloquio, le sue sparate razziste fanno il giro del mondo

Così la presidente della Camera, candidata in Lombardia con Liberi e uguali. "Tra Di Maio e Berlusconi-Salvini il pericolo è sicuramente la destra"

Laura Boldrini
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1 Febbraio 2018 - 12.03


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La presidente della Camera Laura Boldrini, candidata in Lombardia nelle liste di Liberi e uguali, torna a parlare della campagna elettorale e a sottolineare come il centrodestra e la Lega di Matteo Salvini siano il principale pericolo in vista delle elezioni del 4 marzo.
“Salvini si deve scusare con gli italiani, ha detto Boldrini, perché le sue sparate sul razzismo fanno il giro del mondo. Ha modi deleteri perché non sono di buona politica. Credo che fare politica così sia da condannare, abbassa il livello della politica rendendola turpiloquio e rissa. La politica è altro. Se un politico parla così chi lo segue si sente autorizzato a fare tutto. Bisogna prenderne le distanze”.
Poi l’affondo sulla longevità politica del candidato premier leghista. “Salvini, ha detto la presidente della Camera, parla solo di immigrati: pensasse agli italiani. Fa politica da quando aveva 17 anni e si presenta come il nuovo? E’ una mistificazione. Io sono candidata a casa sua, nel suo feudo: a Milano. Non vedo l’ora di confrontarmi. Mentre lui non prende le distanze da Centinaio (il riferimento è a Gian Marco Centinaio, presidente del Gruppo parlamentare della Lega al Senato) che passa le sue giornate a fare fake news su di me. Con molta tranquillità non vedo l’ora di confrontarmi”. “Salvini, ha proseguito Boldrini, ce l’ha con me perché è a corto di argomenti. E vuole fare il presidente del Consiglio? Mai ho visto un presidente del Consiglio dire di un presidente appena morto che è un traditore come Salvini fece con Ciampi. Gli italiani meritano di più”.
La presidente della Camera ha poi voluto replicare alle critiche di Romano Prodi a Liberi e uguali di non lavorare per l’unità del centrosinistra. “Sono dispiaciuta che il professor Prodi abbia fatto quell’affermazione, ha detto Boldrini, penso, però, abbia sottovalutato l’indisponibilità di Renzi a fare l’alleanza. Quando si cerca un terreno comune un alleato non è un seguace, un suddito. Ha pari dignità, ma se si ha la presunzione di autosufficienza allora ognuno va per la sua strada. Leu non nasce per fare dei dispetti al Pd ma perché va a colmare un vuoto. Noi non andiamo a sottrarre voti, la sottrazione dei voti al Pd già c’è stata. La separazione c’è già stata”.
Ma il pericolo, torna a sottolineare Boldrini, è la destra. “Tra Di Maio e Berlusconi-Salvini il pericolo è sicuramente la destra. Ma anche il Movimento di Beppe Grillo non si sa bene che natura abbia. Si sono schierati contro i sindacati, contro le ong, chiamate taxi del mare, salvo poi rimangiarsi tutto a secondo del vento elettorale. Qualsiasi alleanza comunque la decideremo insieme, io appartengo ad un partito”.

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