In un’intervista a La Stampa, l’ex segretario del Pd e fondatore di Articolo1-Mdp, Pier Lugi Bersani, ritorna all’attacco del governo Gentiloni mettendo in dubbio la credibilità di Renzi ed esortando le nuove generazioni a reagire con l’esempio del ’68. “Di fronte all’umiliazione di un’intera generazione, mi stupisco che non sia ancora partito un nuovo Sessantotto. Allora noi contestavano le tre ‘emme’, mestiere, moglie, macchina, come qualcosa di antico. Oggi sono diventate un obiettivo, spesso un miraggio”. Il riferimento nostalgico all’animosità della protesta del ’68, ha spinto l’ex segretario dem ha sottolineare che quello fu un periodo in cui “l’economia tirava, ma per noi si pose un problema di libertà e di dignità. Questi temi stanno tornando”. Durissimo il commento di Bersani contro le dichiarazioni di Matteo Renzi che ha detto come Letta fu sostituito per volere della minoranza Pd: “Ma c’è ancora qualcuno in giro che può credergli a quest’uomo qui?”.
Riferendosi al governo, Bersani ha dato un avvertimento a Gentiloni: “La fiducia sulle banche l’abbiamo votata, ingoiando un altro boccone amaro. Ma se pensano a una manovra d’autunno di sgravi e bonus senza investimenti, occhio che casca l’asino”.
“Al netto dello stile, Gentiloni ci ha dato parecchie delusioni. Ha seguito pedissequamente la linea del predecessore. Penso ai voucher, e ora a questa vicenda inaccettabile sulle banche”, ha concluso l’ex segretario.
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