Marco Follini, ex segretario dell’Udc, in un’intervista annuncia che vuole tornare in politica:”Ho fatto per tre anni un viaggio nel fantastico mondo dell’audiovisivo. E poiché a un certo punto della vita è fatale tornare alle proprie consuetudini, riprendo il filo della tessitura politica”.
“Rientro senza nessun ruolo e senza nessun incarico. Tantomeno intendo candidarmi – ha detto -. Osservo però che in questo Paese sta spirando un forte vento democristiano, che stanno franando i pilastri su cui si era immaginato di costruire l’ordine politico. Sta finendo il culto della leadership, sta finendo l’ ansia della novità”. “Il tema all’ordine del giorno è la coesione e poiché l’unico progetto di unificazione del Paese è quello che hanno interpretato i democristiani, se riusciamo a proporci non come i reduci e non solo come gli eredi, forse qualcosa da dire ce l’abbiamo ancora”, ha osservato.
Al Centro, ribadisce Follini, “esiste un’Italia lontanissima da Grillo, che non è convinta del Pd e non rimpiange certo Berlusconi. Ma questo pezzo di Italia non è fatto di prime donne. Bisogna scavare, guardare un po’ più in profondità e offrire un’occasione a persone inedite, o almeno non troppo consumate”.
Qualche nome? “Cito a loro insaputa Lillo Firetto, sindaco di Agrigento e amministratore straordinario. Giuseppe De Mita, che è un nipote degno del nome che porta. Gianbattista Groli, il sindaco di Castenedolo che è stato pupillo di Martinazzoli. E come loro ce ne sono mille e mille altri”.