Ue, virata M5s: lascia l'Ukip. Malumore tra i deputati

Dopo la Brexit i grillini divorziano da Farage. Grillo spinge per i liberali dell'Alde "gli unici ad aprire il dialogo con noi". Parlamentari 5 stelle sorpresi: "Meglio soli che male accompagnati".

Grillo e Farage, ex leader Ukip promotere della Brexit. Europarlamentare a capo della EFDD con Borrelli (m5s)
Grillo e Farage, ex leader Ukip promotere della Brexit. Europarlamentare a capo della EFDD con Borrelli (m5s)
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8 Gennaio 2017 - 11.19


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Virata a sorpresa del Movimento 5 stelle e urne digitali improvvise, senza un minimo di preavviso per gli iscritti grillini. “Le consultazioni saranno aperte dalle 10 alle 19 di oggi 8 gennaio e dalle 10 alle 12 di domani”: Beppe Grillo chiede di scegliere quale futuro avrà a Strasburgo il Movimento .Parlamentari 5 stelle sorpresi: “Meglio soli che male accompagnati”. Mentre Salvini affonda: “Che tristezza passare da barricate a poltrone”.

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Le considerazioni del leader pentastellato sul suo blog sembrano tracciare una via ben definita agli ‘elettori’. E cioè aderire, se gli iscritti lo confermeranno, diventare la terza forza in Europa aderendo al gruppo Alde (Alliance of Liberals and Democrats of Europe, “gli unici ad aprire un dialogo con noi”, spiega), anche se – sottolinea – questo deve avvenire con regole ben chiare verso il M5s, al Misto (“ma non essere in un gruppo vuol dire non contare”, è l’avvertimento) o restare in Efdd.

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Insomma, lontani i tempi in cui Grillo diceva che l’Italia era già un piede fuori dall’Euro o quando votava con Farage, Le Pen e Salvini sulla Brexit.

Reazione dura dei parlamentari. Tanti i malumori tra i parlamentari 5 Stelle, a Bruxelles come a Roma, colti di sorpresa dal cambio di passo. Duro il commento del deputato M5s Carlo Sibilia (ex componente del direttorio) che su Facebook definisce Alde come “il gruppo più europeista e federalista esistente al Pe” che ha considerato “i sette punti per l’Europa del M5s come ‘completamente incompatibili con la loro agenda pro-Europa’ definendo il M5s ‘profondamente anti Europeo’ e il suo programma ‘irrealistico e populista’”. E conclude: “Decidete se meglio soli o male accompagnati e un po’ ipocriti”.
Motivi di Grillo. “I recenti avvenimenti europei, come la Brexit – sottolinea Grillo – ci portano a ripensare alla natura del gruppo Efdd. Con lo straordinario successo del Leave, Ukip ha raggiunto il suo obiettivo politico: uscire dall’Unione europea. Parliamo di fatti concreti: Farage ha già abbandonato la leadership del suo partito e gli eurodeputati inglesi abbandoneranno il Parlamento europeo nella prossima legislatura. Fino ad allora, i colleghi inglesi saranno impegnati a valorizzare le scelte che determineranno il futuro politico del Regno Unito”.

Calcolo. Grillo però spiega nel post “Abbiamo studiato le percentuali di voto condiviso con Ukip e le altre delegazioni minori: la cifra non supera il 20%. Molto poco. Rimanere in Efdd equivale ad affrontare i prossimi due anni e mezzo senza un obiettivo politico comune, insieme a una delegazione che non avrà interesse a portare a casa risultati concreti. Ci ritroviamo nelle condizioni di rimanere in parlamento con le prerogative derivanti dall’appartenenza a un gruppo politico, ma senza la possibilità di fare il massimo per realizzare il programma del Movimento 5 stelle in Europa. Non nascondiamo anche un certo disagio rispetto all’utilizzo improprio di capitali delle fondazioni (a cui noi abbiamo rinunciato e continueremo a rinunciare) da parte di alcuni colleghi di Efdd, in riferimento alle notizie pubblicate e da cui prendiamo le dovute distanze”. 

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Alde. Ecco dunque che, prosegue Grillo, “oggi abbiamo, per la seconda volta in tempi ravvicinati, l’opportunità di scegliere se e come dare un futuro al MoVimento 5 Stelle in Europa. Come sempre accade, a metà di una legislatura (dopo due anni e mezzo dall’inizio della stessa) si aprono i negoziati tra gruppi politici. Anche noi ne abbiamo valutati alcuni e tra quelli che ci interessavano, gli unici ad aprire il dialogo con noi sono stati gli eurodeputati di ALDE (Alliance of Liberals and Democrats of Europe). Abbiamo fatto un tentativo di dialogo anche con il gruppo dei Verdi, che ha rifiutato la nostra richiesta di confronto. Ci è stato comunicato che un eventuale ingresso del MoVimento 5 Stelle nel gruppo dei Verdi avrebbe infatti ‘sbilanciato’ gli equilibri del gruppo stesso”. Poi precisa che “le condizioni politiche alla base dei negoziati con ALDE sono molto chiare: condivisione dei valori di democrazia diretta, trasparenza, liberta’, onesta’; totale e indiscutibile autonomia di voto; partecipazione dei cittadini nella vita politica delle Istituzioni europee; schieramento compatto nelle battaglie comuni come la semplificazione dell’apparato burocratico europeo, la risoluzione dell’emergenza immigrazione con un sistema di ricollocamento permanente, la promozione della green economy e lo sviluppo del settore digitale e tecnologico con maggiori possibilita’ occupazionali”. Insomma, “il MoVimento 5 Stelle manterrebbe la sua piena autonomia con l’opportunita’ di dare vita a una nuova identita’ europea, che chiameremo DDM (Direct Democracy Movement) un progetto ambizioso che apre a un futuro in cui sempre piu’ realta’ europee condivideranno il valore della democrazia diretta”.

E conclude: “Alde conta 68 eurodeputati e con la presenza del MoVimento 5 Stelle diventerebbe la terza forza politica al Parlamento europeo. Questo significa acquisire un peso specifico di notevole importanza nelle scelte che si prendono. Significa in molti casi rappresentare l’ago della bilancia: con il nostro voto potremo fare la differenza e incidere sul risultato di molte decisioni importanti per contrastare l’establishment europeo. Non rinneghiamo le scelte del passato che ci hanno portato dove siamo oggi. Vogliamo affrontare nuove sfide con maggiore determinazione”.

Grillo dunque indica in maniera netta di lasciare l’alleanza con l’Ukip di Farage e far nascere un nuovo gruppo con Alde (Alleanza dei liberali e democratici per l’Europa), di cui è capogruppo Guy Verhofstadt, oggetto di durissimi attacchi da parte di Grillo a luglio 2015.
Verhofstadt veniva annoverato tra gli impresentabili del parlamento Ue “L’eurodeputato che colleziona poltrone” e riportando ampi stralci del rapporto di tre Ong europee riferiva che “Verhofstadt ha dichiarato di far parte di sette fra Comitati e consigli di amministrazione, incarichi che gli portano in tasca un reddito complessivo non inferiore a 12.003 euro al mese, inclusi i compensi che provengono da due grandi società belghe, Exmar e Sofina”, società delle l’esponente politico farebbe gli interessi. Per non parlare, poi, dell’appoggio al “controverso” Trattato di libero scambio fra Europa e Stati Uniti (il Ttip).

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