L’assenza della bandiera dell’Europa alla spalle di Matteo Renzi durante una diretta informale sui social non è andata giù a Romano Prodi che usa il simbolo per esprimersi in merito al tira e molla su bilancio e migranti tra Governo italiano e Bruxelles. “Mi sembra evidente che ci sia una contrattazione in corso. Con la minaccia di veto, l’Italia si colloca in una posizione di forza in attesa di una valutazione definitiva di Bruxelles sul bilancio italiano “.Così in una intervista a ‘La Repubblica’ l’ex premier.
“La posizione del governo ha una valenza esterna e una valenza interna. Forse si pensa che criticare l’Europa faccia piacere agli elettori. Può anche essere giusto. Ma, se si sposano queste critiche con la scomparsa della bandiera europea nelle apparizioni pubbliche di Renzi, la polemica rischia di prendere un significato equivoco. Diventa una questione di appartenenza. E mettere in dubbio la nostra appartenenza all’Europa e’ sbagliato. Detto questo, credo che la posizione del governo italiano sia in questo momento piu’ tattica che strategica “.
L’eccesso di polemica vicolo cieco. “Temo – aggiunge Prodi – che un eccesso di polemica ci possa precludere alleanze che sono indispensabili per raggiungere i nostri obiettivi di fondo. La somma dei brontolii, alla fine ti mette nel banco dei brontoloni. D’altra parte, trovo che Renzi abbia ragione quando lamenta una mancanza di solidarieta’ europea che francamente mi ha sorpreso”.
Solidarietà a due marce. “Su insistenza della Germania, abbiamo chiuso la porta ai flussi di rifugiati provenienti dalla Siria. Ma la porta ai flussi in arrivo dalla Libia resta sempre aperta. Mi chiedo anche perche’ le navi della solidarietà europea che raccolgono i naufraghi nel Mediterraneo finiscano sempre per portarli tutti in Italia. Strana solidarieta’”. Circa le posizioni assunte da Renzi, per un’Europa diversa, Prodi afferma:”Trovo che Renzi abbia ragione quando lamenta una mancanza di solidarietà europea che francamente mi ha sorpreso” ha proseguito Prodi, ma “temo che un eccesso di polemica ci possa precludere alleanze che ci sono indispensabili per raggiungere i nostri obiettivi di fondo”. Dunque “chiedere un’Europa diversa da quella attuale è sacrosanto. Ma per perseguire questo obiettivo occorrono alleanze e programmi. I pugni sul tavolo sono solo uno strumento tattico, non strategico”.
Appartenenza. Qual’è dunque il limite? “La linea rossa la metto sulla bandiera. Cioè sulla questione di appartenenza, di identità. Per i democratici l’Europa è l’unica prospettiva del nostro futuro e la sola possibilità di salvare il Paese. Mettere in discussione queste certezze suscita riflessioni “.
Ma dicono che criticare l’Europa porti consensi…
“Cercare consensi nella palude anti-europea è un errore. Se deve scegliere un modello anti-europeo, la gente vota per l’originale, non per la brutta copia”.
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