Marino dopo l'assoluzione passa al contrattacco: a pagare è stato il Paese

L'ex sindaco: "Romani ingannati, il Pd si scusi. Un anno fa a Roma la democrazia è stata lesa."

Ignazio Marino
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7 Ottobre 2016 - 17.22


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L’ex sindaco di Roma Ignazio Marino è stato assolto dall’accusa peculato, truffa e falso nell’ambito del processo sul caso scontrini e le consulenze della Onlus Imagine. La procura aveva chiesto una condanna a tre anni e quattro mesi. Marino è stato assolto “perché il fatto non costituisce reato”.

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“Sono felice me lo aspettavo, sapevo di essere innocente”, ha detto l’ex sindaco di Roma, Ignazio Marino, lasciando il tribunale dopo la sentenza di assoluzione. “Di fronte ad accuse così infamanti da media e politica – ha aggiunto Marino apparso visibilmente commosso – è stata finalmente ristabilita la verità”.

Poi, in una conferenza stampa, l’ex sindaco della Capitale ha rincarato la dose: “Il conto di certe azioni le paga il paese, soprattutto quando riguardano la capitale di Italia. Qualcuno ora si dovrebbe guardare allo specchio e capire se ha la statura di statista e farsi un esame di coscienza”. Ovviamente il riferimento è alla decadenza della sua giunta un anno fa dopo che i consiglieri Pd si dimisero davanti al notaio.

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“Un anno fa in questa città, la capitale d’Italia, la democrazia è stata lesa e i romani violentati nella loro scelta democratica che avevano fatto alle urne da un piccolo gruppo della classe dirigente che si è rifugiato nello studio di un notaio. Il tutto invece di venire in aula come avviene in tutte le democrazie del mondo”, ha aggiunto Marino. “Ho ricevuto chiamate dall’Europa e dagli Usa e dagli altri paesi che hanno guardato a quanto accaduto con sgomento alla fine ci si è ritrovato con una città in stallo che per un anno ha perso la sua guida amministrativa, che se buona o cattiva deve valutata dai romani. Abbiamo assistito a una parte della nostra classe dirigente che si incolla alle poltrone, mentre quelli bravi se ne vanno”, ha concluso.

 

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