«La riforma nel suo complesso non traccia nessun disegno coerente, raggiungendo forse un solo obiettivo: determinare una minore partecipazione dei cittadini alla vita democratica, rendendo le istituzioni sempre più lontane». Lo scrive Pippo Civati sul suo blog, nell’elencare dieci punti critici della riforma del Senato e del Titolo V della Costituzione, presentata ieri da Matteo Renzi.
Presentata subito dopo il via libera della Camera al «nuovo Porcellum», la proposta di riforma costituzionale, ha spiegato il deputato Pd, «desta molta preoccupazione e – lo diciamo subito – merita di essere abbandonata in favore di una seria riforma del bicameralismo, capace davvero di restituire agli elettori la capacità di decidere attraverso un Parlamento in grado di funzionare bene. Si tratta di una questione che intendiamo seguire con molta attenzione perchè il rapporto elettori-eletti, già umiliato dalla legge elettorale che è stata scelta (e che ancora speriamo di cambiare), ci sta molto a cuore».
«Non capisco perchè drammatizzare tutto: non è molto serio porre sempre degli aut aut, cambiando tra l’altro quasi sempre formula e contenuto», ha sottolineato Civati. «Il Senato così come è stato ripensato nella proposta di Renzi di ieri è diverso dal Senato che era stato descritto nella proposta di Renzi di qualche settimana fa. Entrambi funzionano molto poco e non si può pretendere che si voti una riforma costituzionale perchè altrimenti Renzi lascerebbe la politica. Sarebbe sbagliato che lui la lasciasse, ma non per questo si deve votare a forza qualsiasi cosa», aggiunge.
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