Alfano difende ancora il Cav: non dividerà il Pdl

Il vicepremier non dà credito alle voci di una scissione interna e afferma che il caso Berlusconi non è chiuso. Nel 2015 potrebbe tornare in campo.

Alfano difende ancora il Cav: non dividerà il Pdl
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13 Novembre 2013 - 11.16


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“Conosco il presidente Berlusconi, ho lavorato al suo fianco per tanti anni e so qual è la missione che ha dato a se stesso: unire i moderati. Sono quindi convinto che farà di tutto per non dividere il suo partito. Con grande realismo, è ancora possibile costruire un percorso sotto il suo primato, che consenta di realizzare il programma del Pdl nel governo e garantisca la nascita della nuova Forza Italia, come modello di partito al cui interno convivono sensibilita’ diverse”. Queste le parole del vicepremier Angelino Alfano.

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“Quale sarebbe l’altra linea? Solo gli ipocriti e i cinici – ha aggiunto – non dicono che in caso di elezioni anticipate, semmai ci fossero, il presidente Berlusconi non sarebbe candidabile. Teorizzano elezioni al buio delle quali ci dovremmo assumere la responsabilità, senza poter disporre del nostro campione. E allora mi chiedo: chi offendo se sostengo tutto questo? Se è vero, com’è vero, che il caso Berlusconi giudiziariamente non è chiuso e potrebbe riaprirsi nel 2014, allora proprio lui nel 2015 potrebbe tornare in campo. Ecco perché credo ancora in una soluzione unitaria”.

“Ipotizziamo comunque per un momento – ha spiegato ancora il vice di Letta – l’idea della rottura, se il Pd votasse la decadenza di Berlusconi. Chiedo: irrogata la sanzione al Pd con la crisi di governo, quale beneficio ne trarrebbero il Paese, il leader del Pdl e il suo partito? Senza considerare che una parte del Pd non considererebbe questa scelta una sanzione, ma un regalo. Perciò sono convinto che, emergendo ancora una volta il suo profilo da statista, il presidente Berlusconi — anteposti gli interessi del Paese e superato il suo legittimo sdegno — ci condurrebbe a vincere le Europee dell’anno prossimo, gettando le basi per un successo alle Politiche dell’anno seguente, senza bisogno di eredi.

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Ecco ciò che penso. Penso che l’agibilita’ politica di Berlusconi sarebbe garantita dalla sua leadership e da un partito unito. E il suo partito sarebbe lo scudo alla sua persecuzione giudiziaria. Sarebbe un patto di lealtà e di presenza, altro che testimonianza. Anche perché, al contempo, Berlusconi potrebbe ascrivere a suo nome la riuscita delle larghe intese — di cui è stato promotore — con la ripresa economica e le riforme costituzionali di cui il Paese ha bisogno, e che lui da sempre propugna”.

Quanto al Consiglio nazionale di sabato prossimo, “di sicuro – ha concluso Alfano – non andremmo a rovinare la festa al nostro presidente, mentre tiene a battesimo la nascita della nuova Forza Italia. Confidiamo sia un giorno di festa per tutti”.

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