Ghedini: richiesta sconnessa dalla realtà

Ghedini, Gelmini, Matteoli e Capezzone in difesa di Berlusconi: una richiesta di condanna altissima, una strategia per neutralizzare il cavaliere e farlo fuori.

Ghedini: richiesta sconnessa dalla realtà
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13 Maggio 2013 - 17.36


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In seguito alla richiesta di condanna a sei anni di carcere del pm Ilda Boccassini nei confronti dell’ex premier Silvio Berlusconi, scattano le reazioni.

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«È una richiesta di condanna altissima per il fatto storico contestato» ha detto Nicolò Ghedini, legale di Berlusconi che ora attende l’udienza del 24 giugno per poter difendere il cavaliere prima che i giudici emettano la sentenza.

La Gelmini e l’accusa di neutralizzare Berlusconi. Si tratta di «un processo costruito come un castello di accuse che resistono a tutte le smentite e a tutti i costi: anche e soprattutto davanti a fatti e a testimonianze chiare e incontrovertibili».

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È quanto dichiara Mariastella Gelmini, vicecapogruppo Vicario Pdl alla Camera. «Tutto ciò che non fa parte del teorema viene infatti respinto come falso e per demolire la credibilità di un teste non si esita a definire, non senza una punta di razzismo, la cittadina italiana Karima El Mahroug, una giovane di “furbizia orientale”, a causa delle sue origini».

«Mi chiedo – incalza poi Gelmini – e ci chiediamo se la richiesta di interdizione dai pubblici uffici non rappresenti in realtà l’auspicio di neutralizzare il Berlusconi politico».

«Inoltre – aggiunge – siamo di fronte ad un immenso spreco di risorse dedicato a intercettare il privato e l’intimo di moltissime persone, di molte distruggendo la reputazione data in pasto ai media. Operazione che può interessare forse gli amanti del gossip, ma che nulla ha a che vedere con una giustizia giusta. In Italia – conclude – c’è una pericolosa anomalia che è data dalla lotta politica condotta da alcuni pm, quegli stessi che in modo fazioso non si sono arrestati nemmeno davanti al capo dello Stato».

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Il senatore Matteoli

«La condanna richiesta condita dall’interdizione perpetua è lunare – dichiara il senatore Pdl Altero Matteoli – ma gli argomenti, le parole e i toni utilizzati dal Pm Boccassini per giustificarla sono inaccettabili. Esse sono la prova del pregiudizio contro Berlusconi e di una persecuzione politica intollerabile. Appare evidente che non si vogliano colpire eventuali reati ma eliminare un nemico politico abbattendolo per sempre».

Anche Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera e Coordinatore dei dipartimenti Pdl reagisce alla richiesta del pm: «La dottoressa Boccassini ha gettato la maschera. La sua ricostruzione, basata sul “non poteva non sapere”, è assolutamente fragile, inconsistente, e smentita dall’andamento del processo e dai testimoni-chiave. La richiesta contro Silvio Berlusconi appare dunque spropositata, assurda e surreale» dice Capezzone.

«È evidente- aggiunge- che l’ala militante della magistratura vorrebbe Silvio Berlusconi fuori dalla politica. Non riuscendo a batterlo nelle urne, in campo aperto e con metodo democratico, si cerca dunque di “sopperire” per via giudiziaria. Ma, come il Presidente Berlusconi ha spiegato a Brescia, costoro non ce la faranno: non lo consentiremo noi, e non lo consentiranno i milioni di italiani che hanno scelto e continueranno a scegliere la leadership di Berlusconi. Quanto alla mostruosa macchina scenica messa in campo dall’accusa, essa si rivelerà presto un boomerang: gli italiani comprendono bene che è stato perso tempo, sono stati impiegati uomini e mezzi, oltre che soldi dei cittadini, per colpire un avversario politico, e senza avere trovato nulla di consistente».

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