Marini al primo turno? Scetticismo nel Pd

Per passare al primo turno di votazione servono 672 voti. Riuscirà a ottenerli? Il Pd ha delle ferite profonde: i renziani e molti bersaniani si staccano dal gruppo.

Marini al primo turno? Scetticismo nel Pd
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18 Aprile 2013 - 11.35


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Inciucio o non inciucio il nome di Franco Marini sembra non aver fatto breccia nei cuori della maggioranza dei grandi elettori impegnati oggi alla Camera per l’elezione del dodicesimo preisidente della Repubblica. La tormentata assemblea del Pd di ieri sera ha lasciato non pochi strascichi e ci sono molti dubbi che l’ex presidente del Senato verrà eletto al primo scrutinio: solo se prenderà almeno 672 voti, secondo i calcoli che girano, potrebbe farcela al quarto turno.

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Certo è che l’accordo tra Bersani, Berlusconi e Monti non è andato giù a molti della coalizione Italia Bene Comune: Vendola ha espresso il suo niet contro Marini e il voto compatto del Sel verso Stefano Rodotà; lo stesso ha fatto la parte renziana del Pd e molti altri deputati e senatori democratici.

«Se non ce la fa al primo turno – spiega un franceschiniano – dipende da quanti voti mancheranno al quorum. Se ne mancano una trentina si va avanti con lui anche nei voti successivi, se ne mancheranno un centinaio forse servirà una riflessione». Non voteranno Marini certamente i delegati renziani che come i prodiani metteranno nell’urna una scheda non compilata. «La Lega vota Marini. Il nome compatta il centrodestra e spacca il centrosinistra. Siamo riusciti in questa impresa», ha sottolineato il renziano Dario Nardella.

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«Voterò scheda bianca finché il campo non sarà sgombero dalla proposta Marini», ha spiegato Sandra Zampa, portavoce di Romano Prodi. Voteranno per Stefano Rodotà sia Pippo Civati sia
Ignazio Marino. Per Emma Bonino è invece l’ex radicale Roberto
Giachetti, insieme alla pattuglia socialista. E non voterà
Marini neanche la bersaniana Elisa Simoni.

Rivendica libertà di coscienza Maria Grazia Carrozza. «Stiamo cercando di discutere fra noi e trovare una soluzione, il voto è segreto e ognuno lo eserciterà secondo la propria coscienza. Inclusa la sottoscritta», ha scritto su Facebook.

Rientrano nei ranghi i “giovani turchi” come Matteo Orfini che ieri sera avevano criticato la scelta del segretario Pier Luigi Bersani. «Come avevo detto ieri sera mi atterrò alla disciplina del gruppo e voterò per Marini», ha spiegato Orfini. E tutti si stanno concentrando alla ricerca dei voti perduti: «vediamo se e quanti ne hanno recuperati nella notte» spiega un renziano, mentre circola il numero di 610 voti a favore di Marini. Ma è soprattutto dai territori che stanno arrivando sul Pd
pressioni per cambiare una strategia che sta lacerando il
partito. «Fermatevi», ha scritto questa mattina su Twitter il
segretario dell’Emilia Romagna, Stefano Bonaccini.

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