Natale delle beffe, con Monti e Ichino

Che paese l'Italia. Non bastava il ritorno della Mummia. No, ci voleva Monti in loden a raccogliere il Grande Centro. Con un Ichino affilato al fianco.

Ichino
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24 Dicembre 2012 - 19.00


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La notte di Natale ci porta il pacco Inchino. Il freddo e indiscutibile giuslavorista approda nel variegato gruppone di Monti. Saluti al Pd, alle primarie che avevano portato alla nascita della candidatura Bersani, alle primarie alle quali si sarebbe dovuto sottoporre.

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Il retroscena arriva inaspettato, con un click ingenuo quanto banale: il documento di 25 pagine pubblicato dal premier Mario Monti, la famosa Agenda, rivela come autore del file il Prof. Pietro Ichino. Ma lui, il professore non è uno che ritiene questa prova slealtà. No, come direbbe un noto frequentatore di Palazzo Chigi, non esiste slealtà di fronte all’interesse superiore. Quello di Berlusconi è sempre stato palese, il suo. Ma quello di Ichino? Il suo modo di vedere le cose. Ecco. Il professore ritiene il suo modo di vedere le cose come “ragion di Stato” valida per qualunque atteggiamento. Ed ecco quindi la replica alla rivelazione di Dagospia: “Non c’è nessun mistero, né alcun giallo: tutto è stato fatto alla luce del sole. Molte delle tesi esposte nel manifesto di Monti -dice Ichino all’Adnkronos- sono le stesse di un documento che presentato il 29 settembre scorso in un’assemblea pubblica e sottoscritto da diversi parlamentari del Pd. Per quel che riguarda il lavoro, ad esempio, il documento di Monti e il nostro, che si chiamava l’Agenda Monti al centro della prossima legislatura’, sono praticamente sovrapponibili”.

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Bene a sapersi. Così, mentre il Grande Centro fa la ola per Monti, e Montezemolo, Casini, Fini e altri pezzi sostanziali del sistema che fin qui ha gestito le sorti del Paese ci spiegano che solo Monti potrà salvarci, ecco che Ichino dopo la bataglia delle primarie al fianco di Renzi, molla il Pd, il centrosinistra e Bersani per affiancare Monti.

Bel pacco di Natale per il Pd, per Renzi e per il Centrosinistra. ma almeno, fa notare qualche analista attento, si potranno decidere politiche e stabilire una linea economica senza dover sottoporre la maggoranza al fuoco di interdizione della minoranza convinta – come Ichino – della superiorità di specie del proprio pensiero su tutti gli altri. M. Vic.

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